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di Alessandra Sessa
Il vero benessere? Per i giapponesi nasce dall’armonia, in una continua ricerca dell’equilibrio e della serenità, che si manifesta anche in ogni aspetto esteriore della loro vita. Una filosofia esistenziale espressa in una sola parola: “Wa”, che indica tutto ciò che è armonico, quieto e mite, ma anche ciò che è tipico del Giappone. Ordine mentale e stile essenziale: la via del benessere nipponico è dunque tanto spirituale quanto pratica.
Vuoi lasciarti ispirare anche tu? Prova con zazen, onsen, Shirin-yoku e kaiseki: sono concetti chiave dello star bene orientale e si possono praticare e provare anche in Italia. Ecco come e dove.
Shirin-yoku. Il bagno di foresta
«Il forest bathing è una pratica nata in Giappone per alleviare lo stress e migliorare la salute psicofisica. Questa disciplina ha vari effetti benefici: aiuta a regolarizzare il battito cardiaco, la pressione sanguigna e contribuisce a fortificare il sistema immunitario», spiega Marco Nieri, bioricercatore ed esperto in ecodesign e salute dell’habitat. Fu dall’osservazione del migliore stato di salute psicofisica delle persone abituate a stare nella natura che si svilupparono gli studi dei ricercatori nipponici.
Così, la Nippon Medical School di Tokyo mise a punto la medicina forestale, una forma di terapia preventiva per abbassare gli ormoni dello stress. La cura ideale? Trascorrere nel bosco almeno 10-12 ore nel giro di 3 o 4 giorni, con sessioni di due ore o poco più per avere un effetto prolungato di circa un mese.
Provalo qui. Molto popolare anche nel nostro Paese, lo Shinrin-yoku si pratica ormai ovunque, ma ci sono delle aree forestali più idonee di altre. Fra queste c’è il Parco del respiro (parcodelrespiro.it) di Fai della Paganella (Tn), che ha ottenuto la certificazione “area qualificata Forest Bathing CSEN” da PEFC Italia (il sistema che attesta la gestione sostenibile di una foresta) e CSEN, Centro Sportivo Educativo Nazionale, il più grande ente di promozione sportiva italiano.
Il motivo? «La forte presenza di faggete e di abeti rossi consente l’inalazione di grandi quantità di monoterpeni, sostanze volatili emesse dagli alberi che aiutano a potenziare il sistema immunitario, aumentando, in particolare, la capacità dei linfociti NK (natural killer) di contrastare le cellule cancerogene e i virus», specifica Marco Nieri. Nel Parco del respiro, dalla primavera all’estate, quando la foliazione del bosco è al massimo, vengono organizzate sessioni guidate di forest bathing con esperti, oltre che sedute di meditazione.
Kaiseki. La cucina delle stagioni
Altro che sushi, sashimi e tempura! La cucina giapponese è ricca di molteplici sfumature, tante quante le stagioni. O meglio le micro stagioni (ben 72) che, secondo la tradizione nipponica, si rinnovano e cambiano ogni cinque giorni. E proprio ispirata alla mutevolezza della natura è kaiseki: la forma più elegante e tradizionale di cucina giapponese. Le sue origini risalgono all’antica cerimonia del tè (importata dalla Cina), che consisteva in una miriade di piccole e graziose portate di accompagnamento.
Questo insieme di assaggi ben presentati prende poi una via autonoma diventando un percorso gastronomico raffinato che segue con attenzione la stagionalità dei cibi, con un’accurata alternanza di consistenze, tecniche di cottura e temperature. Senza dimenticare la ricerca dell’armonia, con quel senso estetico tipicamente orientale per vassoi, ciotole e ciotoline laccate e smaltate. Il tutto condito con un ingrediente che non ha stagionalità: l’arte dell’accoglienza giapponese, omotenashi, una dedizione all’ospite tra calorosi sorrisi, ampi inchini e attenzione al dettaglio.
Provalo qui. La cucina kaiseki? «Per me significa ricerca della materia prima seguendo la sua stagionalità. Del resto il tempo è un elemento fondamentale nella crescita del prodotto, senza nessun tipo di spinta o aiuto. Solo così si esprime al massimo il potenziale gustativo e nutrizionale. Questa è una cucina sana perché ciclica e naturale». Così spiega lo chef giapponese Satoshi Hazama, alla guida del suo ristorante Hazama (ristorantehazama.com) che a Milano propone due menu Kaiseki, quello completo a 7 portate e la versione ridotta di 4.
Un esempio di piatto? Lingotto di Tofu artigianale cotto a vapore con uova e dashi, il brodo base della cucina giapponese, servito con mazzancolle al vapore e filetti di seppia alla griglia laccate al tuorlo d’uovo salato. Il tutto abbinato a sottilissime lamine di puntarella e una nota di scorza di clementine sprigionata dal calore della salsa ankake (ottenuta da salsa di soia, dashi e mirin). Mentre a Roma c’è Kohaku (kohakurome.com) elegante ristorante che propone sia la cucina sushi kaiseki, preparata a vista al banco, che il percorso tradizionale a 10 o 6 portate.
Onsen. Il rituale di benessere
Ricco di sorgenti termali, l’arcipelago del Giappone sfrutta da sempre il beneficio dei minerali con il rituale dell’onsen: il bagno caldo nelle vasche delle terme. Tuttavia, il culto per la pulizia dei giapponesi è un modo per spogliarsi delle “armature” della giornata e rinvigorire lo spirito lavando via le negatività. Quando si entra in un onsen, solitamente con vasche separate per uomini e donne, dopo essersi spogliati ci si siede nelle postazioni di lavaggio dotate di doccetta, detergenti, sgabello e secchio per risciacquarsi dopo essersi accuratamente insaponati.
Una volta entrati nella vasca caldissima, nudi e con un telino da tenere sul capo per asciugare il sudore, si contempla la natura circostante in silenzio oppure si socializza con i compagni di vasca. Il bagno caldo (in acqua termale o non) ha lo scopo di rilassare corpo e mente e viene praticato solitamente la sera (nella vasca in legno di cipresso detta ofuro) come rituale che aiuta il buon sonno e la distensione. Dopo essersi asciugati ci si avvolge nella yukata, una sorta di kimono in cotone con cintura da legare in vita e il riposo è assicurato.
Provalo qui. Accoccolato tra le montagne di Valles, in Val Pusteria (Bz), si trova un hotel che ha puntato tutto sulla filosofia orientale. Dal design minimal alla cucina che propone ingredienti altoatesini in stile fusion, fino al wellness. Il Soulful hotel Silena (soulful.silena.com/it) vuole essere un luogo di benessere per l’anima. Non a caso lo stile asiatico è ovunque: dagli origami decor, da imparare nei laboratori proposti in estate, ai futon relax fino alle stanze con vasca ofuro per contemplare la natura immersi in acqua calda. E proprio il bagno con vista sul verde è il segreto della Spa, che propone il rituale onsen.
«Nel rooftop dell’hotel si entra in un mondo di silenzio, per il rituale che precede l’immersione nella vasca nera, alimentata da acqua di sorgente fatta passare attraverso sassi vulcanici, per riceverne i minerali, e scaldata a 40 °C», spiega Magdalena Mair, la proprietaria insieme al fratello Simon. Si è circondati da pini bonsai, pietre zen e lanterne, con sguardo sulle torbiere del biotipo, un luogo considerato pieno di energia. Il rituale prevede di insaponarsi nella doccia, risciacquandosi con secchi di legno, per poi immergersi lentamente, in totale relax e armonia con la natura intorno.
Zazen. Meditare seduti
Lo zen? «Non è una religione o una filosofia, bensì un modo di vivere con consapevolezza la vita, nel presente. Il suo fine è quello di perseguire la chiarezza della mente superando, con la meditazione, i condizionamenti e la reattività che ci impedisce di rispondere adeguatamente al momento», spiega Maestro Tetsugen Serra, monaco zen riconosciuto dalla tradizione Soto Zen in seguito agli studi nel monastero Toshoji di Tokyo.
«Lo zen racchiude i valori della cultura giapponese, come armonia, purezza, gentilezza e compassione», continua Tetsugen. Chiunque può praticarlo nella vita di tutti i giorni come tecnica di meditazione (zen) da seduti (za): non è richiesta una preparazione o l’adesione al buddhismo ma i benefici psicofisici sono alla portata di tutti. «La serenità conquistata nella meditazione zen aiuta a regolare meglio stress e ansia, aumentando le percezioni sensoriali e la capacità di rispondere al Qui e Ora. La mente tranquilla riporta il corpo alle sue naturali funzioni e a riflettere con calma e serenità. Ti permette di approcciare le situazioni della vita in modo equilibrato, con risultati migliori».
Provalo qui. Il Cerchio (monasterozen.it) è la più grande comunità zen in Italia, vanta cinque centri urbani, a Milano, Napoli, Pesaro, Padova e Cecina, e SanboJi, un monastero immerso nella quiete appenninica di Berceto (Parma). Fondata dal Maestro Tetsugen Serra, propone meditazioni, laboratori di calligrafia giapponese (shodo), zen counseling, corsi di cucina shojin ryori (basata sui 5 sapori e 5 colori come vera pratica meditativa) e ritiri di più giorni per vivere la giornata del monaco zen.
«Passare un fine settimana nel nostro monastero di montagna è un vero e proprio ritiro detox per mente e corpo: silenzio e meditazione in un luogo incontaminato», conclude il Maestro Tetsugen, fondatore anche la scuola Zen di Shiatsu, a Milano. E per chi vuole sperimentare lo zen senza muoversi da casa, è stata addirittura creata Zen Metaverse, una piattaforma online.
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