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Prima delle ferie estive mancano ancora un paio di mesi. Ora, però, deputati e senatori potranno comunque godere di qualche giorno di relax. A meno che non siano impegnati sul territorio per comizi e appuntamenti elettorali. Per undici giorni, infatti, Camera e Senato chiuderano i battenti per consentire i festeggiamenti del 2 giugno, Festa della Repubblica, e, soprattutto, per dare ai parlamentari la possibilità di fare campagna elettorale in vista delle elezioni comunali del 12 giugno e per i referendum sulla giustizia. Ma vediamo nei dettagli i motivi e le modalità della chiusura del Parlamento.
I lavori a Montecitorio
Il 30 e il 31 maggio alla Camera proseguono le normali attività. Commissioni e lavori dei deputati non subiranno nessuno stop. Al Senato oggi, 30 maggio, si voterà il ddl Concorrenza e non ci dovrebbero essere, al riguardo, particolari sorprese.
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Lo stop in Senato
Palazzo Madama chiuderà i battenti a partire dal 31 maggio e fino al 12 giugno. Dalla capogruppo di Forza Italia al Senato, Anna Maria Bernini, è infatti arrivata la richiesta che fosse concesso anche il 31 maggio di chiusura (mentre la Camera come visto si fermerà dal 1° giugno) per consentire agli azzurri di seguire la riunione del Partito Popolare europeo a Rotterdam a cui parteciperà anche Silvio Berlusconi.
La prassi
Lo stop ai lavori parlamentari in vista delle elezioni non è sancita dai regolamenti di Camera e Senato, ma è una consuetudine adottata da sempre. “Serve a garantire che i parlamentari possano fare campagna elettorale sul territorio ed è una prassi che regola l’equilibrio delle funzioni”, spiega il pd Stefano Ceccanti della commissione Affari costituzionali di Montecitorio.
L’election day
Il 12 giugno ci sarà l’election day: si andrà alle urne per le elezioni amministrative e per esprimersi sui cinque quesiti del referendum sulla giustizia promossi da Lega e Radicali. Poi dal 13 giugno riprenderanno i lavori parlamentari.