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Le ragazze molestate sul treno da Gardaland: “Ci toccavano dappertutto, erano in trenta e ridevano. Alcune di noi sono svenute”

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MILANO – Ammassate, una addosso all’altra, senza la possibilità di muoversi. E in balìa del branco. “Eravamo circondate. Il caldo ci asfissiava, alcune di noi sono svenute. Cercavamo un controllore senza trovarlo, ci palpeggiavano il sedere e altre parti del corpo. E ridevano di noi”. Poi l’insulto razzista. “Ci dicevano: ‘Le donne bianche qui non salgono'”. Sono cinque ragazzine, sono sedute su una panchina della Stazione Centrale di Milano. È qui che sono venute a sporgere denuncia dopo le violenze sessuali subìte a bordo del treno regionale di ritorno da Gardaland, in una giornata che doveva essere di festa, e invece. Verona-Milano, un viaggio da incubo. Indossano jeans, maglietta bianca, sneakers bianche, hanno gli occhi che guardano per terra, le braccia incrociate come per proteggersi. Volevano solo svagarsi. Ma ora hanno addosso la vergogna per la violenza di quelle mani addosso difficili da dimenticare.

La gita fuori porta del 2 giugno per questo gruppo di amiche si è trasformata nella peggiore delle giornate. Hanno tra i 16 e i 17 anni, vivono tra Milano e Pavia, sono partite per una giornata spensierata e sono tornate con addosso un’esperienza terribile. I loro racconti rimandano alle violenze della notte di Capodanno in piazza Duomo a Milano. Violenza fuori controllo, cinque episodi in cinque punti diversi, con il branco di turno in azione. Mani dappertutto, insulti, minacce, aggressioni a cerchi concentrici, dieci vittime accertate.

Uno scenario simile si è replicato giovedì, poco prima delle 18, a Peschiera del Garda. La banchina e i binari della stazione sono stati invasi “da oltre un centinaio di ragazzi, la maggior parte nordafricani”. Tutti minorenni, o appena maggiorenni. Urla, spintoni, corse, sputi sui finestrini, insulti. È verosimile – ma le indagini lo verificheranno con certezza – che questi ragazzi facessero parte del gruppo che ha partecipato al maxiraduno convocato via social da un video su TikTok, che ha creato disordini e tafferugli sulla spiaggia della località veronese. Dal furto di un portafoglio è nato un parapiglia sulla spiaggia, un ragazzo ferito, le forze dell’ordine in tenuta antisommossa a disperdere la massa.

Le ragazze spiegano di essere riuscite a salire sul loro treno con molta fatica. Un vagone pieno, pienissimo, gente dappertutto, caldo, nessuno spazio per muoversi. “A malapena riuscivamo a respirare. Il treno non partiva, le porte erano chiuse”. Le ragazze raccontano che avrebbero voluto scendere. “Ma qualcuno ha azionato il freno d’emergenza, è anche scattato l’allarme. Ci siamo accasciate, in lacrime. Più andavamo avanti, più la ressa aumentava così come il caldo. Almeno tre volte – sottolinea una delle giovani – mi sono sentita toccare il sedere. Lo stesso è accaduto anche alle altre mie amiche”. Almeno dieci minuti così, fermi, uno addosso all’altro. Una trappola per loro, “circondate da un branco di ragazzi. Avevo i capelli completamente bagnati per il caldo e l’agitazione”. La paura era tanta. Le giovani non hanno chiamato il 112 ma i genitori. Che hanno provato a dare l’allarme. Nessuna è andata a scuola, “siamo ancora scioccate, alcune di noi non hanno dormito”. Ora sarà la Squadra mobile di Verona a dover accertare i fatti. Le violenze, le responsabilità.

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