[ Leggi dalla fonte originale]
Nato alla metà del ‘500 nelle cucine della corte medicea, il gelato ha conquistato il mondo. E in Italia compete con gli spaghetti come cibo-simbolo del Belpaese. Ora il grande caldo fa volare i consumi di gelato, tra la popolazione e tra le orde di turisti che hanno ripreso a battere spiagge e città d’arte. Ma l’aumento dei costi dell’energia porta a un rincaro per coni e coppette. E’ quanto afferma la Coldiretti. Che sottolinea l’incremento dell’11,2% sul prezzo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sulla base degli ultimi dati Istat.
Dal latte alle uova, il balzo delle materie prime
Il gelato è un alleato per combattere l’afa in città e in spiaggia sul quale pesa però – sottolinea la Coldiretti – il balzo dei costi per l’energia e le materie prime usate nelle preparazioni, dal latte (+6%) allo zucchero (+8%) fino alle uova (+12%) anche a causa delle tensioni internazionali legate alla guerra in Ucraina. Un cambiamento nelle abitudini alimentari provocato dall’innalzamento repentino della colonnina di mercurio sull’italia con temperature fino ai 40 gradi con 13 milioni di italiani che hanno approfittato del ponte del 2 giugno per fare una vacanza insieme a tanti stranieri.
Un business da 2,3 miliardi di euro
L’impulso positivo al settore arriva dopo che il gelato italiano lo scorso anno ha registrato una crescita del 19,5% rispetto a quello precedente per un valore di 2,3 miliardi di euro, spiega Coldiretti su dati Sigep. A pesare sulla produzione è però il balzo dei costi di energia e materie prime per il conflitto in Ucraina che – sottolinea la Coldiretti – sta penalizzando fortemente le 39mila gelaterie nazionali, che danno lavoro a 75 mila persone, e in cui vengono utilizzati ben 220 milioni di litri di latte, 64 milioni di chili di zuccheri, 21 milioni di chili di frutta fresca e 29 milioni di chili di altri prodotti durante l’anno.
L’aggiornamento dei gusti, dal basilico al prosecco
Negli ultimi anni si è registrato un vero e proprio boom delle agrigelaterie artigianali che garantiscono la provenienza della materia prima dalla stalla alla coppetta con gusti che vanno dal latte di asina a quello di capra fino alla bufala. Quindi non solo più i tradizionali cioccolato e pistacchio, fragola e limone: da quest’anno è arrivato anche quello di latte di pecora. Una spinta che ha favorito la creatività nella scelta di ingredienti che valorizzano i primati di varietà e qualità della produzione agroalimentare nazionale, dal gusto di basilico fino a quello al prosecco.