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Giovanni Leone in un messaggio sulle riforme istituzionali inviato al Parlamento il 15 ottobre 1975 chiese di introdurre “la non rieleggibilità del presidente della Repubblica con la conseguente eliminazione del semestre bianco”.
Lo ha ricordato il presidente Sergio Mattarella in un incontro al Quirinale in occasione dei 20 anni della morte di Giovanni Leone, al Colle tra il 1971 e il 1978.
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Già a inizio anno, commemorando Antonio Segni, Mattarella ne aveva sottolineato la contrarietà alla rieleggibilità di un Capo dello Stato. Un’uscita che fece rumore perché molti vi lessero un’indisponibilità alla rielezione. Ora Mattarella ribadisce il concetto proprio mentre infuria il dibattito sul prossimo Presidente della Repubblica, il che sembrerebbe confermare la sua definitiva volontà a non fare il bis quando il settennato scadrà, il prossimo 3 febbraio.
Le votazioni per il nuovo Capo dello Stato inizieranno a metà gennaio.
l’analisi
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Concetto Vecchio
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Nel discorso di Mattarella c’è poi un passaggio sul caso Lockheed, “venne fatto in maniera ignobile il nome di Giovanni Leone, pur sapendo come fosse del tutto estraneo alla vicenda”. “Difficile trovare una campagna giornalistica scandalistica e invereconda come quella diretta contro il Presidente Leone, secondo un modello altre volte registrato”.
Giovanni Leone, presidente della Repubblica dal 1971 al 1978 (ansa)
Mattarella ha citato un discorso che Giovanni Leone fece ai rappresentanti delle Regioni il 24 luglio 1974, dopo la strage di piazza della Loggia a Brescia. “Chiamò le istituzioni a raccolta per stroncare, con l’impegno di tutti e con azione chiara e vigorosa i tentativi di sovvertimento del nostro libero ordinamento. Il momento è grave, proseguiva Leone, consapevole che occorreva far rinascere la fiducia nel cuore della nostra gente, indicando la necessità di “un’opera di lenta ricucitura del tessuto sociale, di un impegno operoso, umile, quotidiano, di ognuno”
Quella della ricucitura – ha detto Mattarella – del rammendo è un tema che tornerà frequentemente nella pedagogia dei Presidenti che si sono succeduti al Quirinale”.