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Sarzana– Due vittime, un arrestato che nega ogni coinvolgimento e una scia di sangue che sconvolge questo angolo tranquillo d’Italia a cavallo fra Liguria e Toscana.
Le prossime ore potrebbero essere decisive per capire se Daniele Bedini, 32 enne di Carrara con una storia di rapine e droga alle spalle, fra sabato e domenica nelle campagne di Sarzana, abbia non solo ucciso Nevila Pjetri, prostituta 35 enne di Massa per rapinarla (e questa è la sola accusa di omicidio che pende su di lui al momento), ma abbia anche freddato, forse con la stessa pistola Carlo Bertolotti detto Camilla, una donna trans di 43 anni che, nelle ipotesi attuali, potrebbe essere stata una testimone del primo omicidio.
Il duplice delitto, la caccia all’assassino, lo spettro del serial killer hanno allarmato l’intera zona al punto che il prefetto di La Spezia ha convocato un comitato dell’ordine e della sicurezza pubblica.
Le ricerche della pistola
Sono attese in queste ore le determinazioni dei Ris dei carabinieri sui bossoli rinvenuti nella macchina di Camilla. Intanto i carabinieri cercano ancora gli effetti personali di Nevila: cellulare e borsetta sembrano spariti nel nulla. Mancano anche il cellulare e la borsetta di Camilla, ma non i suoi effetti personali e documenti. E soprattutto si cercano elementi in grado di collegare i due delitti.
I militari sono impegnati anche a cercare l’arma con la quale sono stati portati a termine gli omicidi. Una pistola, probabilmente una semiautomatica che avrebbe, è sparita proprio dalla casa del padre di Bedini: l’uomo ne aveva denunciato il furto proprio sabato 4 giugno.
Bedini respinge ogni accusa ma i dubbi che fra i due episodi ci sia un legame sono molto forti, tanto che sono di una calibro 22 i due bossoli trovati nella macchina di Carlo, abbandonata a pochi metri dal luogo dove è stato trovato il corpo.
Ma se la vita di Nevila, sposata da un anno con un giardiniere suo connazionale, in base alle testimonianze raccolte dagli inquirenti era soprattutto in strada, quella della 43enne trans era segnata dalla sua passione ( e bravura) nel suo lavoro da parrucchiera.
La storia di Carlo Bertolotti/Camilla
Fino al 2016, la vittima aveva avuto il suo negozio in piazza IV Novembre a Ceparana, popolata frazione di Bolano: ” Momento” in Hair Style, scelto da un’ampia clientela. La notizia della sua morte ha lasciato sotto shock gli esercenti della piazza. « Una persona unica, d’oro. Ci siamo conosciuti perché avevamo le nostre attività vicine: aveva chiuso per via di alcuni problemi gestionali, probabilmente debiti, aveva lasciato andare il locale, ma era molto apprezzata come parrucchiera. Il suo problema non era certo la mancanza di clienti: non a caso, ha continuato a lavorare a domicilio. Era molto richiesta», raccontano dalla pizzeria “Il Centro”.
« La vita non è stata generosa con Carlo – continuano – soltanto un anno fa ha rischiato di morire nell’incendio di casa sua a Ceparana. Pare che il rogo abbia avuto cause accidentali, ma è divampato di prima mattina, per miracolo non è finita in tragedia. In paese siamo rimasti molto colpiti da quello che era successo, tanto che abbiamo lanciato una raccolta fondi in suo aiuto » . Un destino che sembra ancora più beffardo, ora che era finalmente arrivato il tanto agognato lavoro: « Finalmente l’assunzione in un negozio di parrucchiere – fanno sapere dal Parador Cafè 2.0, anch’ esso affacciato su piazza IV Novembre – me lo aveva annunciato una settimana fa.
Era felicissima, mi aveva detto di esser finalmente tranquilla, ora che l’aveva trovato. Sono molto triste, non me ne capacito. Nonostante avesse chiuso la sua attività, continuava a venire da noi: era gentile e sorridente, sempre. Ironica, cordiale, comica, goliardica, ma senza esser caricaturale. Veniva qui per un aperitivo o per mangiare, mille volte: scherzava, diceva di poter mangiare soltanto un’insalatina perché si doveva tenere in linea. Io credo che non abbia mai fatto male ad una mosca: non mi spiego il perché di questa fine. Forse era nel posto sbagliato al momento sbagliato”.
Un’idea condivisa da una cliente saltuaria. «Era una brava persona. Sapevo che si prostituiva, ma mi sono sempre trovata bene e della vita privata proprio non mi interessava. Mi sono rivolta più di una volta a Carlo per farmi fare i capelli a casa. La sua morte lascia a bocca aperta, non sappiamo cosa possa esserci dietro. Forse ha visto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere».
Sono stati proprio dei conoscenti di Carlo a segnalare alle forze dell’ordine, lunedì sera, che la donna trans da qualche giorno non si faceva più vedere. Preoccupati per quell’assenza che li ha insospettiti. Così i militari diretti dal colonnello Andrea Fabi sono andati nella zona di Bozi, nota per la prostituzione soprattutto di transessuali, lì hanno ritrovato l’auto di Bertolotti, dove all’interno c’erano due e tracce di sangue. Poco distante, il corpo di Carlo, nome con cui si faceva chiamare quando era al lavoro da parrucchiere, o di Camilla, nome d’arte quando scendeva in strada. La Procura di Spezia conta di dare un nome anche al suo assassino nelle prossime ore.
Gli amici di Bolano della donna trans: “Sempre sorridente, era sopravvissuta ad un incendio e ora l’avevano assunta come parrucchiera” Vittime e arrestato Da sinistra Daniele Bedini, fermato per l’omicidio di Nevila Pjetri, a destra. Al centro l’altra vittima, la donna trans Carlo Bertolotti nota come Camilla. (ha collaborato chiara tenca)