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Covid, dalle mascherine all’obbligo vaccinale: le nuove regole da oggi

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Ancora mascherine, ma sempre meno. E stop all’obbligo vaccinale, tranne che per il personale sanitario. La data spartiacque del 15 giugno ha portato con sé le utlime novità sul fronte Covid. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato una nuova ordinanza che aggiorna i protocolli sui dispositivi di protezione personale. Mentre le altre misure sono cadute come da decreto. Ecco alcune domande e risposte per capire le novità.

La mascherina va ancora indossata su autobus, bus e metro?

Sì, i dispositivi di protezione individuale restano obbligatori sui mezzi pubblici fino al 30 settembre.

Sui treni e i traghetti la mascherina ci vuole ancora?

Sì, l’obbligo vale anche per i mezzi di trasporto a media e lunga percorrenza, sempre fino al 30 settembre.

E in aereo?

No, qui la mascherina non è più obbilgatoria. È l’unica eccezione, rispetto ai mezzi di trasporto, concessa dal Consiglio dei ministri. Mantenerla avrebbe infatti portato a un problema di disomogeneità con le norme di altri Stati, che le hanno tolte, e anche con i suggerimenti di Ecdc, il Centro europeo per il controllo delle malattie.

Al cinema o al teatro ci vuole la mascherina?

No. Per assistere a spettacoli, concerti, film, proiezioni, sia al chiuso che all’aperto la mascherina non è più obbligatoria.

Al palazzetto dello sport si può levare?

Sì, anche per assistere a eventi sportivi al chiuso non è più necessario indossare la mascherina.

All’esame di Maturità devo portare la mascherina?

Sia durante le prove scritte che durante il colloquio ora la mascherina a scuola non è più obbligatoria. Resta solo la raccomandazione da parte del ministero. Ma la scelta è a discrezione del singolo studente o docente.

E agli esami di terza media?

Vale la stessa regola della maturità: mascherina raccomandata ma non più obbligatoria.

Se si va in ospedale per una visita bisogna indossare la mascherina?

Sì, gli ospedali come le Rsa restano luoghi più degli altri da proteggere. Per cui in caso di ricoveri, di visite o per andare a trovare amici o parenti resta obbligatorio indossare la mascherina.

A messa va portata la mascherina?

È raccomandata ma non obbligatoria, lo ha specificato in una lettera a vescovi e sacerdoti la Cei.

In ufficio o nell’azienda in cui si lavora serve ancora?

Al momento in base ai protocolli siglati con le parti sociali la mascherina deve essere messa se c’è il rischio di contatti ravvicinati (meno di un metro di distanza) tra colleghi. Nel giro di qualche giorno si saprà se cambiano le regole anche qui, nel lavoro privato.

L’obbligo vaccinale vale ancora per professori e poliziotti?

No, allo scoccare della mezzanotte di ieri è scaduto l’obbligo di vaccinazione per gli over 50, i lavoratori della scuola, le forze dell’ordine, i militari e altri. Il decreto numero 1 del gennaio scorso è stato a suo modo storico, visto che il nostro Paese non aveva mai imposto il vaccino agli adulti. La norma è stata usata per dare un’ulteriore spinta, dopo quella del Green Pass, alle coperture, in questo caso tra le categorie considerate più o tra chi svolge un lavoro socialmente importante.

E per il personale sanitario?

Da oggi la misura dell’obbligo vaccinale resta in piedi solo per i lavoratori della sanità: scadrà il 31 dicembre 2022. Senza le tre dosi, medici, infermieri e altri professionisti che operano in cliniche e ospedali sono sospesi dal loro impiego e dall’Ordine al quale appartengono.

Le sanzioni potranno ancora arrivare?

Sì, accadrà di trovarsi nella curiosa situazione di un obbligo già scaduto e di multe da 100 euro che continuano ad essere notificate. Lo ha chiarit il ministero alle Regioni: si andrà avanti almeno per tutto giugno con gli invii a causa del ritardo nelle sperizioni. Fino al 27 maggio ne erano state mandate circa 1,7 milioni. Ne sono attese altre 379 mila per un totale di quasi 2,1 milioni.

Cosa deve fare chi è in regola e riceve l’avviso?

Ci sono 10 giorni di tempo per dimostrare che c’è un errore, magari perché la vaccinazione o la malattia non sono state registrate. I ricorsi devono essere presentati anche via mail alla propria Asl ma in molti li inviano al ministero alla Salute, cosa che ha creato non pochi problemi di gestione amministrativa delle pratiche e fatto perdere tempo ai cittadini (che peraltro devono compilare pure un modulo sul sito dell’agenzia entrate riscossione, da dove partono le raccomandate). Già a maggio erano almeno 90 mila coloro che avevano contestato la sanzione. Il ministero alla Salute ha così deciso di rallentare con le notifiche. “Rispetto alla prima tranche – hanno scritto dal ministero alla Salute alle Regioni – è stata dimezzata la dimensione dei lotti giornalieri da 100 mila a 50 mila, per diluire nel tempo il numero delle possibili istanze dei cittadini e dare alle Asl modo di esaminarle nel 10 giorni previsti, evitando i picchi registrati in alcuni territori nella prima tranche. Ciò implicherà che le consegne proseguiranno per tutto il mese di giugno”.

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