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La solidarietà è solo per gli ucraini. Afghani, africani, persino famiglie siriane con bambini piccoli vengono sempre più spesso respinte ai confini d’Europa, anche ai valichi italiani. E’ un dossier documentato anche da filmati realizzati dagli stessi migranti quello che Save The children presenta alla vigilia della giornata mondiale del rifugiato che si celebra lunedì prossimo. Si chiama “Nascosti in piena vista” ed è un atto d’accusa innanzitutto della disparità di trattamento che viene riservata ai minori che arrivano in Italia in fuga dall’Ucraina e tutti gli altri. Osservati speciali i valichi di frontiera del nord Italia, da Trieste a Ventimiglia e Oulx.
Sono racconti terribili di viaggi che durano mesi o anni, di bambini e bambine, ragazzi e ragazze che attraversano montagne, Paesi, strade, impervie, ferrovie lungo i quali subiscono violenze di ogni tipo e spesso assistono anche alla morte di compagni di viaggio. I respingimenti dei minorenni alle frontiere sono illegali ma solo nei primi tre mesi del 2022 ne sono stati registrati 35. “I profughi ucraini, con ammirabile solidarietà, vengono accolti ai valichi autostradali con donazioni di cibo, vestiti e un trattamento dignitoso che fa onore all’Italia e all’Europa – dice Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the children – Ma nei rilievi del Carso triestino, così come sul Passo della morte tra Ventimiglia e Mentone e tra i sentieri del colle del Monginevro, numerosi vestiti, documenti e altri oggetti abbandonati testimoniano il passaggio di persone analogamente in fuga da privazioni e violazioni dei loro diritti, ma provenienti da altri Stati, obbligati a viaggiare nell’ombra attraversando nel buio le frontiere in un’Europa che chiude loro le porte”.
La famiglia palestinese
“Sono in viaggio da due anni, destinazione Germania. Abbiamo superato il confine con la Croazia dopo 20 tentativi – racconta Mahmoud, padre giordano palestinese che con moglie e cinque figli è al suo terzo respingimento al confine tra Mentone e Ventimiglia – Nessuno prova compassione per noi, sia che fossimo stanchi, affamati o assetati”. “La cosa più importante è farmi stare in una casa e mandare i miei figli a scuola, non voglio nient’altro”, aggiunge sua moglie Mariam.
Il ragazzo afghano
Javed, 17 anni, afghano, al confine tra Turchia e Bulgaria si è visto aizzare i cani contro. “Mi ha morso due volte, poi si radunavano attorno al fuoco a bere vino e ci facevano sdraiare nudi sulla schiena”. Della sua via crucis dall’Afghanistan fino in Italia, attraversando Pakistan, Iran, Turchia, Bulgaria, Serbia, Bosnia, Croazia e Slovenia, ha anche realizzato dei terribili filmati che testimoniano le violenze e le umiliazioni subite durante il viaggio. “E’ difficile arrivare dad soli in altri Paesi. Senza padre, senza madre, senza fratello e nessun amico. Ma dobbiamo farlo perché abbiamo un sogno: vogliamo avere un futuro, vogliamo essere brave persone”.