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Nella Fiat 500 di Martina Patti, la madre che lunedì ha ucciso la figlia Elena Del Pozzo, non ci sono tracce di sangue. Né all’interno dell’abitacolo, né nel portabagagli. Gli esperti dell’Arma hanno completato gli accertamenti specialistici sulla vettura e adesso è possibile fare una ricostruzione più precisa di quanto avvenuto. Fra le 14,30 e le 15, la donna avrebbe invitato la figlia a fare una passeggiata per un gioco; nell’auto ha portato con sé un coltello, una zappa e alcuni sacchi neri.
Dal primo esame del medico legale, effettuato già lunedì dopo il ritrovamento, è possibile dire che la piccola sia stata presa di sorpresa e infilata dentro un sacco. A quel punto, la madre avrebbe iniziato ad infierire, prima col coltello, poi con la zappa, che da un lato ha un rastrello a due punte. Una scena raccapricciante. Martina Patti ha continuato a dire nell’interrogatorio davanti al gip di non avere un ricordo compiuto di quanto avvenuto, ma dall’inchiesta emerge invece un contesto di grande premeditazione del terribile gesto. La madre si era portata dietro il coltello, la zappa, i sacchi. Dopo l’assassinio, ha coperto ancora il cadavere con altri sacchi e ha provato a sotterrarlo.
Poi, con lucidità, ha preparato la messinscena del finto rapimento. Rompendo la maniglia interna della Fiat 500: “L’hanno rotta i tre aggressori incappucciati che mi hanno bloccata – ha detto ai carabinieri nella sua prima denuncia – hanno infilato il braccio dal finestrino e l’hanno rotta”. Ma su quella maniglia ci sono solo le tracce di Martina Patti. Nella Fiat 500 ci sono le sue impronte. Segno che quegli aggressori non sono mai esistiti. E non ci sono neanche nelle immagini delle telecamere della zona di via Pavia, dove la donna sosteneva di essere stata fermata. Già fra lunedì e martedì notte, le incrongruenze della donna era tutte scoppiate. Lei ha provato a resistere, ribadendo la tesi dei tre uomini incappucciati. Alle 10, i carabinieri l’hanno accompagnata a casa, per un primo sopralluogo: è scoppiata in lacrime, dicendo a suo padre che la bambina era morta. Qualche istante dopo ha accompagnato i carabinieri nel campo.
“Oggi – dicono i magistrati della procura di Catania – la donna ha accompagnato la sua ricostruzione davanti al giudice delle indagini preliminari con molti non ricordo sulla dinamica, non ricordo che sembrano pretestuosi”. La donna è indagata per omicidio premeditato pluriaggravato e occultamento di cadavere: la gip Daniela Monaco Crea si è riservata la decisione sia sulla convalida del fermo sia sull’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti della donna. La decisione dovrà essere depositata entro domani.
I carabinieri faranno un sopralluogo anche nell’abitazione della donna, per fugare tutte le possibili ombre di questo caso. Ma, allo stato dell’inchiesta, sembra perdere consistenza l’ipotesi di un complice che abbia aiutato Martina Patti a nascondere il cadavere della piccola Elena Del Pozzo.