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E se potessimo dirigere la trama dei nostri sogni, influenzandone la narrazione? È quello che accade nei sogni lucidi, particolari esperienze oniriche vissute in uno stato di coscienza. Pur non potendo raggiungere il traguardo di Dom Cobb, il protagonista del film Inception che riesce a infiltrarsi nella mente vulnerabile di chi dorme per estrarne i segreti, ciascuno di noi può sperimentare sogni lucidi, entrare in un mondo fantastico avendo la consapevolezza di quello che sta succedendo. «Secondo gli studi, il 40-50% degli adulti ha sperimentato almeno un sogno lucido durante la propria vita e il 20% delle persone fa sogni lucidi almeno una volta al mese. Ma ci sono anche casi più estremi, dove queste esperienze sono costanti e regolari», racconta il professor Lino Nobili dell’Università di Genova, esperto di medicina del sonno e direttore della Neuropsichiatria Infantile presso l’ospedale Gaslini di Genova.
Cosa sono i sogni lucidi
«Normalmente, riusciamo ad avere percezione dei nostri sogni solo al risveglio, quando può capitare di ricordare quello che ci è “accaduto” durante il sonno. Durante i sogni lucidi, invece, la persona è consapevole del fatto che sta sognando e talvolta ha addirittura la capacità di controllare gli eventi», spiega il professor Nobili. Queste esperienze non vanno confuse con le paralisi del sonno, quando – durante il risveglio o poco prima di addormentarsi – accade talvolta di essere consapevoli e coscienti, ma incapaci di muoversi e parlare: «Queste paralisi dimostrano che sonno e veglia non sono due sistemi così nettamente separati, per cui può succedere di svegliarsi parzialmente o completamente mentre il corpo si trova ancora in uno stato di atonia muscolare, tipica del sonno REM. A questa condizione possono associarsi delle allucinazioni ipnagogiche, che spesso coinvolgono diversi organi sensoriali tra cui vista, tatto e udito: possiamo sentirci toccare senza poter fare nulla per reagire, vedere una o più entità che si muovono nella stanza, avvertire rumori, passi, sospiri, grida o musica. Si tratta certamente di esperienze potenzialmente angoscianti e spaventose, ma che non hanno nulla a che fare con i sogni lucidi».
Come si fa ad avere un sogno lucido
I sogni lucidi avvengono nelle fasi di sonno REM, concentrate nella seconda parte della notte, dove i sogni sono più frequenti e ben strutturati: «Rispetto a quanto accade durante i sogni tradizionali, qui c’è una maggiore attivazione e connessione dei lobi frontali e parietali del cervello, che in qualche modo riproducono lo stato di veglia durante il riposo».
Sul web si trova l’indicazione di diverse tecniche che possono allenare a indurre questi sogni. Per esempio, alcuni esperti suggeriscono dei test di realtà, che consistono nell’eseguire alcuni passaggi più volte al giorno: chiedersi “Sto sognando?”, controllare l’ambiente per confermare se stiamo sognando o meno (esaminare il proprio riflesso allo specchio per controllare se sembra normale, spingere la mano contro un muro e vedere se passa, etc), impostare una sveglia ogni 2 o 3 ore per ricordarsi di eseguire un controllo della realtà. Altri suggeriscono una prova di respirazione, pizzicandosi il naso per vedere se si riesce comunque a respirare (cosa che accade solo nei sogni), mentre altri consigliano di puntare la sveglia cinque ore dopo la messa a letto, in modo da svegliarsi nel cuore della notte, restare svegli per 30 minuti godendosi un’attività tranquilla come la lettura e poi cercare di riaddormentarsi. «Sono tutti modi per aumentare la probabilità di avere sogni lucidi, perché puntano a mantenere un livello di attivazione della coscienza maggiore nel momento in cui si entra in sogno», illustra il professor Nobili.
Alcuni vantaggi
In commercio, esistono addirittura dei dispositivi a forma di occhiali o mascherina che, attraverso particolari sensori, rivelano la fase REM di un soggetto dormiente e a quel punto fanno lampeggiare dei led luminosi oppure emettono un suono che lo risveglia parzialmente, facendogli capire che sta sognando. «In laboratorio, i ricercatori hanno scoperto che addirittura un farmaco normalmente usato nel trattamento della malattia di Alzheimer, la galantamina, può favorire l’induzione di sogni lucidi in soggetti già “allenati”.
Si tratta di esperimenti, naturalmente non esiste alcuna indicazione farmacologica per i sogni lucidi», tiene a precisare l’esperto. Perché tutto questo interesse intorno al tema? Ci sono diversi studi che dimostrano come fare sogni lucidi possa svolgere effetti positivi anche durante la veglia, perché – avendo la capacità di intervenire sulla “trama” – la persona potrebbe migliorare la sua creatività, rafforzare la memoria, acquisire un atteggiamento proattivo da adottare nella realtà, superare i traumi, perfezionare le abilità cognitive e addirittura ridurre alcuni disturbi, come quelli da stress post-traumatico, perché si può sfruttare il sogno per creare immagini mentali potenti, capaci di preparare a un approccio più consapevole alla vita reale. «D’altra parte, avere troppo spesso sogni lucidi può essere anche deleterio, perché il sonno risulta meno riposante», avverte il dottor Nobili.
Quanto dura il tempo nei sogni lucidi
Anche la nozione del tempo cambia rispetto ai sogni tradizionali. In quelli lucidi, infatti, la durata di fatti e azioni è molto simile a quella che assumerebbero nella realtà, anche se può subire tagli, salti e variazioni tipiche delle esperienze oniriche. «Ogni individuo può vivere situazioni diverse, molto soggettive e prive di regole generali. Senza contare il fatto che in alcune patologie i sogni lucidi sono più frequenti: basti pensare alla narcolessia, dove i pazienti riferiscono spesso esperienze oniriche insolite e caratterizzate da un’elevata intensità emotiva, forse dovute anche a una personalità creativa. Inoltre nei soggetti affetti da narcolessia i sogni lucidi possono presentarsi non solo nel riposo, ma anche durante il giorno, perché in questo disturbo il confine tra sonno e veglia è molto labile. Questo all’inizio può spaventare i pazienti, che temono di avere delle allucinazioni».
Come uscire da un sogno lucido
Ricapitolando: non esiste una formula valida per tutti, ma di certo si può creare uno status mentale che predisponga a fare un sogno lucido. «E da questo si può anche uscire abbastanza facilmente, perché abbiamo un buon controllo sugli eventi», conclude il professor Nobili. Un buon controllo, sì, al punto che alcuni ricercatori sono riusciti ad avere piccole “conversazioni” con dei sognatori lucidi, a cui hanno posto domande e problemi di matematica. I risultati hanno dimostrato che possiamo ricevere ed elaborare complesse informazioni esterne mentre dormiamo, per cui nel sonno il nostro cervello non è così disconnesso e inconsapevole del mondo esterno come pensiamo. Dunque, a partire da stanotte, buoni sogni lucidi a tutti!
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