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M5S, Consiglio nazionale: “Il Parlamento sia coinvolto su forniture militari”. E contro Di Maio: “La smetta con parole lesive per il Movimento”

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“Le dichiarazioni circa una presunta volontà del M5S di operare un ‘disallineamento’ dell’Italia rispetto all’Alleanza euro-atlantica e rispetto all’Unione europea sono inveritiere e irrispettose della linea di politica estera assunta da questo Consiglio Nazionale e dal Movimento, che mai ha posto in discussione la collocazione del nostro Paese nell’ambito di queste tradizionali alleanze”. È quanto si legge sul sito del Movimento Cinque Stelle che riporta le conclusioni del Consiglio Nazionale di stanotte e stamattina.

“Un più pieno e costante coinvolgimento del Parlamento con riguardo alle linee di indirizzo politico che verranno perseguite dal governo italiano nei più rilevanti consessi europei e internazionali, inclusa l’eventuale decisione di inviare a livello bilaterale nuove forniture militari, funzionale a rafforzare il mandato del presidente del Consiglio in tali consessi”. Lo si legge ancora nel comunicato del Consiglio Nazionale del M5s. Questi sono i punti su cui “auspica che l’intero Parlamento o, quantomeno, i Gruppi parlamentari che sostengono il Governo possano convenire”.

Cosa è successo nella notte

Luigi Di Maio finisce nel mirino del consiglio nazionale del Movimento per aver criticato aspramente il no a nuove armi all’Ucraina. Che è tornato a riunirsi in mattinata dopo il vertice-fiume di questa notte per terminare il ‘verbale’ in cui viene ribadita, tra le altre cose, la posizione del Movimento a sostegno della collocazione euro-atlantica dell’Italia, compresi alcuni passaggi dedicati ai dubbi sollevati in questi giorni dal ministro degli Esteri. Ma per ora non si parla di una sua espulsione. Il leader, Giuseppe Conte, durante la riunione convocata d’urgenza per discutere dell’accaduto, si è detto molto rammaricato dalle parole usate dal titolare della Farnesina sulla sua stessa forza politica. E, alla fine, deve mediare tra l’ala più dura del M5S, secondo cui il ministro degli Esteri si sarebbe allontanato dalle origini e avrebbe ormai altri progetti e chi invece spinge per ricomporre la frattura.

Il M5S sfiducia Di Maio ma congela l’espulsione

di
Lorenzo De Cicco

19 Giugno 2022

Nel corso delle quattro ore di riunione notturna – in parte in presenza, in parte in videoconferenza – con i 14 componenti del Consiglio, viene ribadita la linea sulla risoluzione che dovrà essere votata al Senato martedì, in concomitanza con le comunicazioni del premier Mario Draghi prima di partire per Bruxelles: il Movimento continuerà nella mediazione con il resto della maggioranza sulla risoluzione unitaria, ribadendo la centralità del Parlamento, ma senza creare problemi.

Bonafede, Appendino e il rischio ‘Armageddon’

No agli attacchi personali, al muro contro muro, alla lotta tra due fazioni. Ieri, nel corso del Consiglio nazionale M5S riunitosi in seduta notturna sul cosiddetto caso Di Maio, più voci avrebbero chiesto di deporre le armi ed evitare la guerriglia interna. In particolare, viene riferito all’Adnkronos da alcuni fonti presenti alla riunione, l’ex ministro Alfonso Bonafede avrebbe sollevato per primo la questione, richiamando l’intervista su Repubblica del vicepresidente grillino Riccardo Ricciardi, che ha parlato del responsabile della Farnesina come un ‘corpo estraneo’ al Movimento. Da qui l’intervento di Bonafede, che avrebbe invitato alla compattezza e all’unità, evitando attacchi personali “che finiscono per fare male a tutti, ledendo innanzitutto il Movimento”. Sulla scia del suo intervento, ne sono seguiti altri, compreso quello di Chiara Appendino. L’ex sindaca di Torino avrebbe messo in guardia dal rischio “Armageddon” – ovvero che il Movimento imploda proprio a causa della guerra interna – e che potrebbe scaturire da una comunicazione aggressiva, dagli attacchi ad personam, dal braccio di ferro tra ‘contiani’ da un lato e ‘dimaiani’ dall’altro.

Le parole dei 5S e di Fico

Dunque, nessun riferimento alle armi, ma ad una de-escalation militare e alla centralità del Parlamento. “La linea euroatlantica non è mai stata messa in discussione”, la bozza redatta da alcuni senatori pentastellati che chiedeva lo stop alle armi a Kiev, “non è mai stata condivisa”, sottolinea uno dei partecipanti al vertice. “Non capisco perché ci sono questi attacchi in questo momento, subiamo una cosa che secondo me è mistificatrice, non aderente alla realtà. Allora mi chiedo, perché attacchi su cose non aderenti alla realtà? Da questo punto di vista ci sentiamo un po’ arrabbiati e delusi, tutto qua. Per quale motivo si deve mettere in discussione una cosa che nel Movimento non è in discussione?”, ha detto Roberto Fico, presidente della Camera. 

La replica di Di Maio

“Stupiti e stanchi per gli attacchi che diversi esponenti M5S, titolari anche di importanti cariche istituzionali, oggi hanno rivolto al ministro Di Maio, impegnato in questo momento a rappresentare l’Italia all’importante tavolo europeo del Consiglio Affari Esteri a Lussemburgo, dove si sta discutendo della guerra in Ucraina. Il ministro Di Maio non replicherà a nessuno degli attacchi che sta ricevendo in queste ore. C’è un limite a tutto, ciononostante non si può indebolire il governo italiano davanti al mondo che ci osserva, in una fase così delicata”. Così Peppe Marici, portavoce del ministro Luigi Di Maio.

Il documento della “discordia”

Era stato proprio questo documento, una volta messo in circolazione, a scatenare lo scontro. “Ci disallinea dall’alleanza della Nato e dell’Ue” e “se ci disallineamo dalla Nato mettiamo a repentaglio la sicurezza dell’Italia”, aveva commentato, durissimo, Di Maio. Attirandosi le ire dei contiani, in particolare del vicepresidente del Movimento, Ricciardi, che lo aveva definito “un corpo estraneo” auspicando provvedimenti. Di qui l’ipotesi, rimbalzata per tutto il giorno, di un’espulsione (o auto-espulsione) del ministro degli Esteri, che oggi è a Lussemburgo per partecipare al Consiglio Affari Esteri.

Di Maio verso l’addio ma non fonderà un partito personale

di
Matteo Pucciarelli

19 Giugno 2022

E che da parte sua non ha fatto alcun passo indietro. E nemmeno il Consiglio nazionale – che comunque tecnicamente non avrebbe potuto farlo – pare voglia seguire questa strada. Almeno per ora. In mattinata dovrebbe essere divulgata la nota finale delle riunione. Lo scontro appare solo in stand-by, in attesa di poter deflagrare in un momento meno delicato per il Paese.

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