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Nonostante i due anni di pandemia, gli italiani sono in generale più soddisfatti di prima delle loro condizioni di vita. Ed è un dato che può certamente sorprendere. Ma a confermare quanto abbiano sofferto i giovani per l’emergenza Covid, c’è un ulteriore dato: l’unica fascia di popolazione a dichiarare di vivere peggio sono i giovanissimi, i ragazzi tra i 14 e i 19 anni, poco soddisfatti soprattutto del proprio tempo libero e delle relazioni amicali. Lo rileva l’Istat in una indagine riferita allo scorso anno dal titolo “La soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita”, riferita allo scorso anno.
Aumenta il benessere degli adulti
Nel 2021 è in aumento la quota di 1,7 punti rispetto al 2020 di chi è più soddisfattoe per la propria vita nel complesso (+1,7 punti percentuali rispetto al 2020), con l’eccezione dei giovani di 14-19 anni. La crescita è stata più elevata della media tra gli ultrasettantacinquenni. A fronte di un aumento del benessere soggettivo nel complesso, diminuisce molto la soddisfazione per alcuni aspetti specifici come il tempo libero (in particolare per i più giovani e le donne) e le relazioni amicali. In calo anche la soddisfazione per la salute, in particolare nelle classi di età 45-54 (da 86,0% a 84,0%) e 65-74 anni (da 74,4% a 71,9%). Meno soddisfazione rispetto al passato anche per la dimensione lavorativa, in particolare tra le occupate.
I soddisfatti e non per fasce di età
Nei vari gruppi di età emerge una generale crescita della soddisfazione rispetto all’anno precedente, tranne che per i giovani di 14-19 anni: la quota di molto soddisfatti scende dal 55,8% del 2020 al 52,3% del 2021. La crescita è stata più elevata della media tra le persone di 75 anni e più (dal 36,4% al 39,4%). Rispetto all’anno precedente la soddisfazione registra un vero e proprio crollo in tutte le classi di età, in particolare nella fascia giovanile. Le giovani generazioni hanno infatti subito un disagio maggiore per le limitazioni che hanno coinvolto le relazioni sociali e le attività del tempo libero fuori casa. Tra i 14 e i 19 anni la quota degli insoddisfatti cresce e passa dal 12,9% del 2020 al 33,6% del 2021.
Stabili al nord, in crescita al sud
Al Nord le persone esprimono una soddisfazione elevata (48,3%), ma non in crescita. Al Centro e ancora di più nel Mezzogiorno si registra invece un incremento nei punteggi alti della soddisfazione, rispettivamente 45,8% e 43,0%, assottigliando il gap storico con il Nord che se più forte in quelle più anziane. La regione con il più elevato livello di soddisfazione resta il Trentino-Alto Adige (60,8%) mentre la Puglia è quella con il livello più basso (39,5%). La Sicilia (43,2%) e la Campania (40,6%), che nel 2020 hanno rappresentato il fanalino di coda, sono le regioni dove la crescita è più marcata.
Le donne meno contente per il lavoro
Uomini e donne, che nel 2020 avevano espresso lo stesso livello di soddisfazione per il lavoro, tornano a differenziarsi nel 2021 per il maggior calo femminile. Per le donne, infatti, la soddisfazione scende al 76,6% contro il 78,2% degli uomini. Il calo si verifica soprattutto tra le lavoratrici del Nord e i lavoratori del Mezzogiorno.