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Lui, musicista e rocker di enorme successo, pur non c’entrando proprio nulla con quanto avvenuto a Siena è finito nelle carte dell’inchiesta sul presunto stupro di gruppo ai danni di una studentessa oggi 22enne. Dove a rischiare il processo per violenza sessuale è il calciatore del Genoa Daniele Portanova, insieme a un amico e a un cugino.
Eppure nell’udienza preliminare di martedì scorso nella città toscana, i legali di difesa e accusa hanno passato gran parte del tempo a scontrarsi su una chat fra la stessa ragazza e il batterista dei Maneskin, Ethan Torchio (al quale, ripetiamo, non viene mosso alcun addebito).
Una conversazione, in cui il tema è appunto il sesso di gruppo, avvenuta diversi mesi prima dell’incontro in un appartamento nel centro senese tra la studentessa e Portanova, il cugino Alessio Langella e l’amico Alessandro Cappiello (più un altro ragazzo allora 17enne e oggi giudicato dal tribunale per i Minori), per i quali la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio.
Perché la chat è finita al centro di così accese discussioni in aula? Il legale di un altro degli imputati, Alessandro Betti, ha prodotto la consulenza di una psicologa. Qui ci sono alcuni estratti della chat, in cui Torchio e la ragazza – che all’epoca avevano una relazione – parlano con grande disinvoltura dell’argomento. Secondo la difesa si tratterebbe di una consulenza utile a contestualizzare la vicenda oggetto di indagine.
L’avvocato della studentessa, Jacopo Meini, ha però depositato l’intera conversazione (parecchio lunga). Una chiacchierata che la giovane ha chiuso in maniera perentoria: “Non parteciperei mai ad un rapporto sessuale di gruppo”. Non è escluso, a questo punto, che lo stesso Torchio possa essere chiamato a testimoniare di persona nel probabile futuro processo.
L’inchiesta
“È stata violenza di gruppo”, le accuse della Procura al calciatore del Genoa Portanova
di
Marco Lignana
Come quasi tutti i delicati e dolorosi procedimenti sulle violenze sessuali, le due parti si stanno scontrando davvero su una unica questione: per le difese, a partire dal legale di PortanovaGabriele Bordoni, lei era consenziente, per la Procura si è trattato di una brutale aggressione. Quest’ultima tesi è già stata avallata, tra l’altro, dal gip che lo scorso giugno aveva spedito il centrocampista del Genoa e altri tre ai domiciliari.
Per capire i contorni della vicenda bisogna tornare a domenica 30 maggio 2021. Secondo gli inquirenti la vittima e un’amica arrivano in quell’appartamento dopo una cena fra ragazze. Hanno bevuto del vino ma, come riportato da diverse testimonianze, sono assolutamente lucide e capaci di intendere.
L’amica della studentessa si apparta con uno dei ragazzi presenti in casa, mentre l’allora 21enne chiede di rimanere sola con Portanova, con cui si sentiva e messaggiava da tempo. Gli altri presenti acconsentono, ma dopo pochi minuti tutto precipita. Prima nella camera da letto entra il minorenne, poi quando si accendono le luci la ragazza vede anche Langella e Cappiello.
Qui secondo l’accusa inizia l’incubo, le ripetute violenze, le umiliazioni. A interromperle è solo l’arrivo del padrone dell’appartamento. Nell’udienza di martedì l’avvocato di Portanova aveva chiesto il rito abbreviato, vincolato però a un faccia a faccia tra la 22enne e il minore presente quella notte. Il giudice ha detto no e alla prossima udienza, il 5 luglio, il calciatore del Genoa dovrà decidere quale rito chiedere.