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La decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti sull’aborto rischia di travolgere anche l’Europa e l’Italia, dove la 194 è una legge “debole, piena di falle che non tutela davvero, anzi”. Lo dice all’Agi Alice Merlo, 28 anni, attivista femminista genovese e volto, lo scorso anno, della campagna nazionale UAAR (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) per l’utilizzo della pillola RU486 che interrompe la gravidanza, senza ricorrere al ricovero ospedaliero e all’intervento chirurgico.
Per quella campagna, in cui Alice appariva sui cartelloni con il viso sereno, testimoniando di aver abortito volontariamente e in sicurezza, venne ferocemente attaccata sui social e non solo, ma non ha mai smesso di battersi per un diritto che in Italia e ovunque viene costantemente messo in discussione.
L’ultimo esempio arriva proprio dagli Usa: “La Corte suprema degli Stati Uniti ha riportato indietro il diritto di 50 anni, grazie ai giudici e a una giudice conservatori nominati tra Bush e Trump – osserva – ma è anche vero che ci sono stati 50 anni per lavorare su una legge federale che tutelasse davvero le persone che volevano abortire negli Usa e, nel campo progressista, questa casa non è mai stata presa in considerazione, non è mai stata una priorità. Ora ci si straccia giustamente le vesti, ma si doveva agire prima: il campo progressista non è assolto, anzi”.
L’attivista spiega che il rischio, a leggere certe reazioni di politici e personaggi pubblici, è che anche in Italia si provi a seguire l’esempio americano: “Ogni legge italiana che riguarda il diritto all’autodeterminazione dei corpi è vecchia, ha un sacco di falle: sono tendenzialmente tutte leggi transfobiche, sia la 164 che la 194 e si continua a dire a sinistra che va tutto bene. L’ultimo report del Ministero della Salute, per noi che ci occupiamo di accessibilità al diritto all’aborto è stata un’ulteriore mazzata perchè si legge che nel 2020 è andato tutto bene, quando non è così perchè ci siamo trovate a dover venire incontro ad un’emergenza nell’emergenza. Non veniva più garantito l’accesso ai reparti IVG in nome del Covid e leggere nero su bianco che va tutto bene è un insulto alla vita di tutte quelle persone che hanno dovuto fare chilometri, attendere mesi per interrompere una gravidanza e qualcuna non è riuscita a farlo: il numero di calo di aborti per quell’anno non è necessariamente un buon segno, perchè significa non aver tutelato il diritto all’autodeterminazione delle persone che ne facevano richiesta”.
L’onda anti scelta è una marea che rischia di travolgere dunque l’Italia, ma anche l’Europa intera: “A Malta l’aborto è vietato in ogni sua forma e per qualsiasi motivo, ma è un Paese che fa parte dell’Ue. Gli esempi per la Polonia si sprecano. In Italia non pensiamo che la 194 ci tuteli, anzi – sottolinea – Sono anni che, a livello comunale e regionale, vengono fatte leggi che vanno a restringere il diritto all’aborto o a ostacolarlo in qualche modo”. Per Alice la crescita di Fratelli d’Italia nei consensi non è affatto un buon segnale: “Se, come le previsioni ad oggi danno, Fratelli d’Italia sarà il partito che andrà a governare, nonostante Meloni abbia detto che la 194 non si tocca, credo davvero che si toccherà, e si toccherà in peggio e in fretta, per seguire questo vento oscurantista che parte dall’America, ma che sorvola tutti i paesi occidentali al momento”.
Alice, 26 anni: “Mi insultano perchè sono la testimonial dell’aborto farmacologico: ma io vado avanti”
di
Matteo Macor
Di qui l’appello alle “forze politiche che si definiscono di sinistra: siate radicali. Sono molto stufa di narrazioni stereotipate e di lotte al ribasso e al compromesso, specialmente quando si parla della qualità di vita delle persone e dell’autodeterminazione dei corpi. Non penso che in Italia l’aborto verrà vietato in ogni forma, ma temo che diventi davvero difficile farlo, a partire dalla riduzione dell’utilizzo della RU486 che sappiamo essere lo spauracchio maggiore degli anti scelta”. Un utilizzo aumentato grazie alla campagna Uaar di cui Alice è stata testimonial: “Un farmaco che era utilizzato solo nel 20% dei casi, numero bassissimo visto che è più sicuro e meno costoso per il sistema sanitario nazionale, ora è finalmente utilizzato maggiormente nelle regioni in cui si trova – spiega l’attivista – non parliamo però della Sicilia, del Molise e di altre regioni specialmente del Sud”.
Inoltre, per Alice è fondamentale anche la prevenzione: “Sono decenni che chiediamo a gran voce che la convenzione di Istanbul, che prevede corsi di educazione all’affettività e alla sessualità con percorsi seri e continuativi nelle scuole, venga applicata. Ma tutto questo non viene nemmeno preso in considerazione. Serve ripartire dall’educazione, ma non ci si deve limitare alla scuola.
Dovrebbero organizzarsi anche corsi obbligatori per chi ricopre una carica pubblica o lavori nel pubblico”. Ma perchè è così difficile tutelare un diritto? “Il controllo dei corpi è il controllo delle vite – sottolinea l’attivista – I corpi femminili da sempre sono marginalizzati e controllati da chi occupa posizioni di potere, in ogni contesto: si parla del rossetto di Ocasio Cortez, ma nessuno parla chi sia il parrucchiere di Boris Johnson. Il sistema patriarcale è quello su cui si basano i governi occidentali: ma per ogni persona che decide di interrompere una gravidanza indesiderata con consapevolezza e serenità, raccontandolo, questo sistema di controllo trema, fino a crollare. Fa paura chi si autodetermina attraverso l’aborto, attraverso una scelta di transizione, attraverso l’uso di pronomi diversi rispetto a quelli assegnati alla nascita perchè in questo modo rimodella la società in cui viviamo e mette in pericolo chi finora detiene il potere a livello politico ed economico”.