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L’unica voce fuori dal coro “Mi si riempie il cuore di gioia” e quella di Simone Pillon, il senatore leghista picconatore del ddl Zan. Per il resto, all’indomani della storica sentenza della corte suprema che negli Stati Uniti ha reso possibile il divieto di aborto, in Italia c’è un fiume in piena di dissenso. E di sgomento. Nel mondo politico e non solo. “La decisione della Corte americana sull’aborto è stato un errore grave perché è figlia di una svolta ideologica – dice il segretario del Pd Enrico Letta, a Rapallo per il convegno dei giovani di Confindustria – La Corte, cambiata radicalmente da Trump, ha detto contemporaneamente no alle donne e sì alle armi. Francamente è una scelta sconcertante che non aveva nessuna motivazione e che riporterà tensioni fortissime negli Stati Uniti; ma è una scelta americana che non avrà nessun effetto in Europa e che non avrà nessuna conseguenza in Italia”. Sempre in prima linea sui Diritti civili, Riccardo Magi di +europa dice che la sentenza americana è “una decisione ideologica e, verrebbe da dire, teologica anziché fondata sul diritto. È un successo innegabile di quel fronte di quel fronte politico reazionario, saldato con forme di fondamentalismo religioso, che trova nella negazione della libertà di scelta e delle libertà individuali una propria ragione d’essere. Un fronte che ha trovato espressione ai massimi livelli delle istituzioni americane, prima con Trump e, grazie a lui, anche nella Suprema Corte”. E ancora, continua Magi: “Gli aborti continueranno nel nome del ‘diritto alla vita’, e a perderla saranno solo le donne, soprattutto quelle più povere. Quanto al dibattito nel nostro Paese, i commenti peggiori arrivano da uomini oltre i sessanta e spesso senza figli. Tra cui anche alti prelati cattolici che ci spiegano che ora grazie a questa sentenza è il momento di aprire una riflessione anche in Italia. Ma davvero uomini di fede pensano che si possa aprire una riflessione che unisca – come amano dire – a partire da decisioni che causano sofferenze e mettono a rischio la salute delle donne oltre a negare la loro libertà di scelta? A chi ora giustamente intende mobilitarsi per difendere i diritti civili va ricordato che c’è bisogno di farlo ogni giorno e il modo più efficace è quello di conquistare i diritti negati sul fine vita, sull’uguaglianza Lgbtqi+ , sulle politiche repressive sulle droghe”.
Aborto, le lobby evangeliche americane e l’orologio della storia indietro di un secolo
di
Gianni Riotta
La sentenza ‘Roe vs. Wade’, con cui nel 1973 la stessa Corte aveva legalizzato l’aborto negli Usa “cancella mezzo secolo di battaglie per i diritti delle donne e ci dice che non dobbiamo mai considerare un progresso come acquisito per sempre”, scrive su Facebook il ministro della Salute Roberto Speranza. “Dobbiamo continuare a batterci ogni giorno perché non si torni mai più indietro”. “Invereconda”, così bolla la scelta d’Oltreoceano, il ministro delle Politiche agricole ed esponente M5s, Stefano Patuanelli che esorta: Teniamo lontani dall’Italia e dall’Europa queste pulsioni di ideologia estrema che annullano i diritti delle donne”. E ancora. “Una decisione che riporta l’America dei diritti indietro di 50 anni. Una decisione ideologica ispirata dalla destra reazionaria che da un lato tutela il diritto di sopprimere la vita con le armi e dall’altro colpisce il diritto di scelta delle donne”, scrive su Twitter Sandra Zampa, responsabile Salute Pd. “Il diritto all’interruzione di gravidanza è da annoverare tra le conquiste sociali su cui non è possibile fare passi indietro. Non sono ammissibili derive oscurantiste che mettono a rischio la libertà di scelta di ogni donna”. Altro sdegno su Facebook. A dimostrarlo è Giuseppe Conte: “Quanto sta accadendo negli Usa, con sette Stati che si sono già attivati per precludere questa possibilità, è allarmante. Ognuno è libero di avere un proprio pensiero personale sul punto, e di agire sulla base delle proprie convinzioni, ma vedere alcuni esponenti politici italiani che festeggiano mentre milioni di donne si ritrovano private di questa possibilità deve far riflettere. In Italia la legge 194 garantisce, ormai dal 1978, questa facoltà, offrendo una soluzione equilibrata. Non permetteremo che venga posta in discussione. Non consentiremo un ritorno al passato”.
Dal Texas alla Louisiana: tutti gli Stati americani che vieteranno l’aborto
di
Massimo Basile
Ma lo sconcerto non arriva solo dal mondo politico. La scrittrice Dacia Maraini a Pesaro dove ha ritirato il premio “Passaggi 2022” parla di decisione perversa. “Diciamoci la verità – spiega -: è una sentenza che fa passi indietro rispetto ai diritti umani. Anche se io penso che questa società fosse a misura di donna non ci sarebbe proprio l’aborto. L’aborto, purtroppo, è una richiesta delle donne che sono state sempre impedite di avere una libertà di gestire il proprio corpo. Ma se ci fosse una società a misura di donna, ripeto, non ci sarebbe proprio l’aborto. Quindi, direi che è una conquista triste, basata sulla violenza, sempre sulla violenza. A nessuna donna piace abortire, però se per secoli non si è data la possibilità di usare i contraccettivi, erano proibiti, la donna giustamente lo considera un diritto”.
Gongola invece il leghistaSimone Pillonche, nero su bianco ha espresso via social tutta la sua soddisfazione, mettendo in campo anche San Giovanni Battista. “Ripensando alla straordinaria sentenza della Corte Suprema Usa ancora mi si riempie il cuore di gioia – scrive su Facebook – Gioia per i bambini che si salveranno dalla morte.Gioia per le mamme e i papà che saranno finalmente aiutati a scegliere per la vita. Gioia per le giovani generazioni che potranno essere educate a conoscere la sacralità della vita sempre”.”Il mondo intero- prosegue Pillon- è debitore di quei sei coraggiosi giudici che nonostante minacce, sabotaggi, censure, aggressioni e odio, hanno saputo tirare dritto, scrivendo pagine che resteranno nella storia per sempre. Tutto questo nella giornata del Sacro Cuore e nella memoria di san Giovanni Battista, che riconobbe il Signore mentre entrambi si trovavano ancora nel grembo delle loro madri. A noi la battaglia, a Dio la vittoria”.
E Giorgia Meloni interviene dicendo che non bisogna paragonare l’Italia all’America su questo tema perchè “Sono due realtà diverse e chi lo fa, probabilmente, è in malafede o ha obiettivi ideologici”. E spiega, la leader di Fratelli d’Italia: “Continueremo semplicemente a chiedere, e a operare, perché venga applicata la prima parte della 194, relativa alla prevenzione, e per dare alle donne che lo volessero una possibilità di scelta diversa da quella, troppo spesso obbligata, dell’aborto”.