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Maturità 2022, i consigli del prof influencer Sandro Marenco: “L’orale è il vostro momento, fateci vedere chi siete”

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“È l’ultimo momento che passiamo insieme, date il meglio di voi stessi, vogliamo vedervi brillare gli occhi”. Sandro Marenco, 50 anni, insegnante di inglese e di sostegno nel liceo scientifico Galileo Galilei di Alessandria, parla direttamente agli studenti, come in una delle tante pillole video su TikTok che l’hanno reso un prof influencer con 326 mila follower.

Professore, cosa consiglierebbe ai suoi ragazzi per la notte prima degli esami orali?

“La sera prima dell’orale non si studia. È il momento di stare bene, tanto quel che si è fatto si è fatto. E bisogna viverla senza rancori né paure. Si è stanchi, impauriti. Meglio arrivare senza ansie che sapere una frase in più”.

E allora che fare?

“Vale la pena fare qualcosa di bello, uscire con gli amici senza fare tardi, guardare una serie tv che ci appassiona, di stare in famiglia, accarezzare i gatti, ascoltare musica. L’importante è riposarsi. Anche se non si ha sonno, meglio spegnere la luce, spegnere i cellulari e rilassarsi”.

C’è un look da colloquio?

“Il mio consiglio è di scegliere abiti che li rappresentino, tenendo sempre conto che si tratta di un momento istituzionale. Anche nel vestire dobbiamo dimostrare di aver imparato che nella vita ci si deve presentare al meglio nelle diverse occasioni: non si va al mare in smoking, non si va in discoteca con la felpa, non si va all’esame di maturità sgualciti ma nemmeno vestiti come a una cerimonia. Se un ragazzo non ha mai indossato la giacca e la cravatta inutile metterla al colloquio, sarebbe falso e a disagio. Va benissimo una polo, un paio di pantaloni non strappati. E la stessa cosa vale per le ragazze. Bisogna essere se stesse senza esagerare”.  

Come comportarsi?

“Meglio avere una postura professionale, mettere le mani sul tavolo, non vogliamo piccoli lord ma nemmeno gente stravaccata. E con i prof meglio guardare tutti in faccia prima di iniziare, si stabilisce un contatto visivo, una relazione, come per dire ‘ok, ci siamo’”.

Cosa devono aspettarsi i ragazzi?

“Un momento di gioia e non di paura. All’orale di può far vedere chi si è. Avendo la certezza che le persone che hanno davanti fanno il tifo per loro”.

Cosa direbbe in un video rivolto ai suoi studenti?

“Dateci voi stessi. Vogliamo veder brillare i vostri occhi. Vi conosciamo. Non fate finta di sapere quel che non sapete. Non è una sfida noi contro di voi. Anche se ci sono stati screzi, il colloquio orale è l’utlimo atto dopo 5 anni, è un momento di chiusura di un percorso per tutti. Se loro vanno bene, siamo andati bene tutti. A scuola siamo tutti alleati, non competitor”.

Come iniziare il colloquio, una volta che i prof avranno scelto l’argomento da cui partire?

“Bisogna prendersi il tempo necessario per pensare, di farsi venire in mente temi e collegamenti non forzati, senza avere l’ansia di iniziare a parlare subito. Eviterei anche frasi del tipo ‘io inizierei con Storia’, ‘partirei con Filosofia’, ‘per quanto riguarda Arte non ho trovare nulla’. Deve essere un discorso fluido, come fossero davanti a una mini platea, parlando con fierezza e orgoglio”.

E una volta finito l’esame?

“Un gesto carino può essere quello di rimettere a posto la sedia per il prossimo compagno: non cambia l’esame, ma fa parte di una delicatezza che a noi fa piacere vedere. Quanto ai prof non c’è un rituale ma in qualche modo, gli direi, salutateci con la mano, con una stretta, con un gesto, chiudiamo una lunga esperienza insieme, facciamolo in maniera sentita”.

Bisogna ripassare le materie degli scritti?

“Sì, vale la pena, soprattutto se si sa di aver commesso qualche errore, di aver fatto una citazione erronea. È importante essere consapevoli dei propri errori e correggersi da soli, fosse anche sotto forma di battuta: una presa di coscienza è sicuramente apprezzabile”.

C’è qualche trend sui social legato alla Maturità che l’ha divertita?

“Sì, c’è un trend di un video che dice ‘ecco cosa dirò all’esame’ e si sente una voce che recita ‘nulla…questo…’. Ecco, fa sorridere, ai ragazzi però dico: un discorso fatelo, ma non vergognatevi, se vi capita, di dire ‘non me lo ricordo’, invece di inventare. E poi portate il discorso sulle materie in cui siete più forti”.

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