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Omicron 5, ecco come va curata: “Sì ad antinfiammatori e antipiretici, no a cortisone e antibiotici”

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Una terapia piuttosto semplice, che però in certi casi deve diventare velocemente più elaborata, cioè se le persone colpite dalla malattia sono fragili. Omicron 5 si sta diffondendo molto più di quello che dicono i numeri ufficiali, già molto elevati. La stragrande maggioranza delle persone infettate la gestiscono a casa, contattando il loro medico se la situazione peggiora.

Le cura per le persone sane

“Per le persone con febbre e dolori il consiglio è di prendere antinfiammatori e antipiretici”. A parlare è Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e professore della disciplina a Tor Vergata a Roma. “Si agisce sui sintomi, sempre ovviamente dopo aver parlato con il proprio medico di famiglia”. Oltre a farmaci consigliati, ci sono quelli da evitare. “Non vanno presi il cortisone e gliantibiotici”, spiega Andreoni: “Se poi il malato inizia ad accusare problemi respiratori deve avvertire il dottore, perché magari c’è bisogno di auscultare il paziente”. Omicron 5 ha dimostrato scarsa capacità di scendere ai polmoni. Generalmente si ferma alle alte vie respiratorie ma in qualche caso la situazione può peggiorare.

Omicron 5. Sintomi, contagiosità ed efficacia dei tamponi: come riconoscere la variante e difendersi

Come si trattano i fragili

Le terapie sono diverse per le persone fragili, cioè gli anziani o chi ha altre patologie. In questo caso bisogna valutare se dare l’antivirale o l’anticorpo monoclonale. “Le condizioni sono due: appunto la fragilità, che rende a rischio di un’evoluzione pesante della malattia, e la rapidità. Dopo il tampone positivo chi è a rischio deve avvertire il suo dottore. Questi farmaci vanno dati entro cinque giorni, meglio se a un paio dalla diagnosi. A maggior ragione sono utili per le persone non vaccinate o vaccinate solo parzialmente”. Ormai da tempo i medici di famiglia possono prescrivere gli antivirali e in effetti il consumo, che in Italia era basso, sta un po’ crescendo. “Questi farmaci non danno molti effetti collaterali, possono lasciare un gusto amaro in bocca e dar vita a problemi gastro intenstinali. Sono però pochissimi i casi nei quali va interrotto il trattamento perché il paziente ha problemi”. Il medico deve valutare, prima della prescrizione, se il paziente deve interrompere altre terapie che sta facendo. Tra l’altro l’antivirale, se preso al momento giusto, è anche in grado di ridurre la durata dell’infezione.

I sintomi più diffusi

La sottovariante Omicron 5 ha sintomi un po’ più evidenti rispetto a quelle che l’hanno preceduta. In particolare molti manifestano forte mal di gola e in certi casi anche la febbre, talvolta alta. Poi ci sono i dolori e la stanchezza, problemi invece diffusi anche precedentemente. Meno frequente invece il mal di testa.

I tamponi fai da te

Sono sempre più diffusi i tamponi fai da te. “Funzionano abbastanza bene – dice sempre Andreoni – Di certo ci sono tante persone che vengono positive a casa e non vanno a farsi il test in farmacia o dal medico e per questo non risultano nei dati ufficiali. L’importante è che questi malati restino isolati, specialmente se hanno sintomi”.

La quarta dose di vaccino

Molti esperti, e anche il ministro allla Salute Roberto Speranza, invitano a fare la quarta dose di vaccino i fragili e gli anziani che ancora non l’hanno fatta, cioè la gran parte degli appartenenti a queste categorie. In questa fase di alta circolazione il vaccino può proteggere chi rischia di più, in attesa dell’autunno, quando partirà una nuova campagna.

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