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Tecnicamente è un paradiso in terra. L’unica casa incastonata in uno dei percorsi panoramici più suggestivi del pianeta, il Sentiero Azzurro, e in particolare nel tratto fra Corniglia e Manarola. Senonché, la storia privata di Rosa e Massimo, la coppia residente al civico 1 (ed unico) di località Spiaggione, si incrocia con le vicende pubbliche delle Cinque Terre e in particolare incappa in quella fragilità del territorio che, tra frane e alluvioni, ha segnato l’ultimo decennio di questo impareggiabile angolo di Liguria.
La sentenza del Tar che riguarda la storia dei due coniugi – assisti dall’avvocato Roberto Damonte – racconta infatti dell’ennesima ferita da sanare al più presto. Un muraglione a strapiombo sul mare sul quale passa il sentiero e che ha urgente bisogno di “interventi necessari alla messa in sicurezza ed al ripristino del tragitto stradale”.
I giudici del Tar hanno dato 180 giorni di tempo al Comune di Riomaggiore per attivarsi e se non lo farà verrà nominato un commissario ad acta nella figura del prefetto di Genova.
La casa
Il pericolo insomma non è immediato ma bisogna fare presto prima che lo diventi è il messaggio del tribunale amministrativo. Tanto più che la situazione è nota da tempo e già nel 2015 dopo un sopralluogo di tecnici di Comune e Regione la situazione di degrado era stata “ampiamente riconosciuta” e prevedeva come contromisure “l’esecuzione di interventi di sicura complessità non definibili se non a seguito di studi ed indagini approfonditi che dovranno comunque prevedere, lato mare, il ripristino di una spiaggia mediante ripascimento e realizzazione di una scogliera di sottofondazione del muraglione ferroviario per evitare l’azione erosiva dei marosi; dal lato di monte la regimazione delle acque collinari….nonché opere di protezione del camminamento”.
Se questa è la vicenda pubblica, quella privata di Rosa e Massimo parte da questa casa di famiglia in posizione impareggiabile. La si poteva raggiungere dal Sentiero Azzurro alto Manarola senonché da alcuni anni il Sentiero è stato interrotto da una frana che si trova a circa 500 metri dalla loro abitazione. Allora avevano iniziato ad arrivarci da Corniglia. Ma qui dovevano attraversare un lungo tratto, subito dopo la stazione, in cui sono presenti i resti dell’ex Villaggio Europa. Si tratta di un camping ormai abbandonato dagli anni ’70 mai del tutto sgomberato dalle macerie e oggetto periodicamente di progetti o troppo invasivi sul fronte paesaggistico ambientale o troppo costosi. Risultato i ruderi dell’ex Villaggio permangono ma c’è un problema ulteriore: “La proprietà dell’ex Villaggio – si legge in sentenza – include anche il muraglione della linea dimessa FFSS prospiciente lo spiaggione di Corniglia”.
Il muraglione sotto effetto di erosione
La coppia a un certo punto si era ritrovata anche con un’ordinanza comunale che vietava il transito da Corniglia rendendo di fatto irraggiungibile la loro abitazione. Il provvedimento è stato poi ritirato e loro possono passare ma resta il fatto che quel tratto di sentiero è a rischio sia per la presenza dei ruderi del vecchio camping che per le condizioni del muraglione. Gli avvocati della coppia (oltre a Damonte se ne è occupato anche il collega Giovanni Ranzani) hanno anche sottolineato come il Comune avesse introitato 400 mila euro di sanzioni dalla proprietà dell’Europa che avrebbero potuto essere investiti in uno studio.
Scrivono i giudici che “il Comune avrebbe dovuto, quantomeno, disporre quella precisa ricognizione tecnica degli interventi necessari alla messa in sicurezza ed al ripristino del tragitto stradale (che non è di interesse dei soli odierni ricorrenti, ma del più ampio comprensorio nel quale insiste la loro abitazione) che era già stata posta a carico della proprietà dell’ex Villaggio Europa”.
E’ chiaro che con una parte privata “latitante” il Comune tema di doversi sobbarcare una spesa che difficilmente riuscirà a farsi rimborsare ma il tema dell’incolumità pubblica e del diritto di due cittadini a raggiungere casa loro impone all’ente di attivarsi salvo poi rivalersi sul privato.