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MILANO – “Ormai con la Francia ci siamo abituati”. Maurizio Campagna è nel direttivo dell’Associazione vittime del terrorismo: suo fratello Andrea, poliziotto, venne ucciso dai Pac di Cesare Battisti. Luigi Bergamin era un loro militante.
Abitudine amara, signor Campagna?
“Ci siamo passati con Battisti. È la loro interpretazione della dottrina Mitterrand. Che però, all’inizio, intendeva accogliere chi non aveva commesso reati di sangue. Questi, invece sono terroristi, e nonvenitemi a parlare di ex. Non esistono le ex vittime”.
Arresto Cesare Battisti, il fratello di una delle vittime: “Riusciranno a trovarlo?”
di SANDRO DE RICCARDIS
Cosa le dispiace, di questa decisione?
“Spiace per il nostro stato di diritto. La Francia mette il naso nelle nostre sentenze. Evidentemente il Soccorso Rosso è ancora attivo, ci sono coperture politiche di alto livello, intellettuali, scrittori. Lo avevamo visto con Carla Bruni, con Saviano. Eppure…”.
Eppure?
“Con il terrorismo interno lo Stato francese è stato meno tenero: le pene le ha fatto scontare tutte, e chi è stato beccato a riparlare di terrorismo è stato buttato di nuovo dentro. Non capisco tutta questa clemenza con gli italiani”.
Altri parenti delle vittime hanno detto di non desiderare più il carcere per fatti così lontani.
“Ognuno se la vede con la suacoscienza ed è giusto così. Ma quando sento parlare di persone cambiate, di fatti ormai vecchi, mi arrabbio. Sennò tutti i delinquenti potrebbero trascorrere quarant’anni sulla spiaggia di Copacabana, tornare e dire: sono cambiato. Spiace che qualcuno di loro sia vecchio e malato. Ma il male che hanno fatto resta”.
Mezzo secolo è passato davvero.
“Dicono che c’era una guerra. Ma lo Stato non aveva dichiarato guerra a loro. Erano giovani, come mio fratello, ucciso solo perché era stato inquadrato cinque secondi in tv. Sapevano cosa facevano: erano killer seriali”.