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E’ il giorno delle richieste dell’accusa al processo per una serie di episodi riguardanti la costruzione del Terzo Valico, processo che vede 33 persone imputate di reati che spaziano, a seconda dei casi, dalla corruzione alla turbativa d’asta.
L’attenzione è puntata soprattutto su Pietro Salini. amministratore delegato di Webuild, la società fino a poco tempo fa nota come Salini-Impregilo che con Fincantieri dopo il crollo del “Morandi” ha costruito il nuovo viadotto sul Polcevera; e che oggi guida il consorzio Cociv.
Per lui i pubblici ministeri Francesco Cardona Albini e Paola Calleri hanno chiesto una condanna a 3 anni e 5 mesi. Ma richieste di pena sono arrivate anche per altri nomi noti, a partire dall’ex Ragioniere di Stato Andrea Monorchio (1 anno e 6 mesi) e dal figlio Giandomenico (amministratore della Sintel Engineering Srl, 4 anni e 10 mesi), quest’ultimo accusato di corruzione.
Per Duccio Astaldi l’accusa ha chiesto una pena di 2 e 3 mesi, per Ercole Incalza (ex capo della Struttura Tecnica di Missione dell’allora Ministero delle Infrastrutture, indagato e poi prosciolto a Firenze nell’inchiesta Grandi Opere) 1 e 7 mesi, per Stefano Perotti (titolare della società all’epoca chiamata Ingegneri Spm, oggi Phoenix Disclosure, altro accusato di corruzione) 4 anni e 6 mesi, per Michele Longo (all’epoca presidente Cociv) 5 anni.
Gli arresti scattarono nell’autunno 2016, ma i fatti risalgono al 2013 e al 2014. A 27 imputati, compreso Salini, si contesta soltanto la turbativa d’asta.
L’indagine della Guardia di Finanza ruota attorno ad un giro di mazzette. Scrivono i pm: “… Promettevano denaro a Longo, Marcheselli e Dionisi…”. Ai vertici Cociv. Fra cui Ettore Pagani (direttore generale del consorzio), Giampiero De Michelis (ex direttore dei lavori per conto di Sintel, appunto la società di Monorchio); ad Andrea Ottolin (responsabile del procedimento per le gare); a Giuliano Lorenzi e Antonio Parri, responsabili della verifica sulle esclusioni delle offerte; a Marciano Ricci, amministratore “Europea ‘92”, specializzata in scavi; a Domenico Gallo, imprenditore calabrese, principale fornitore di materiali edili; a Giuliano Puma, membro della commissione verifica degli appalto; ad Angelo Pelliccia, direttore generale pro-tempore Cociv; a Piersandro Tagliabue, del comitato tecnico di Cociv.
Sono usciti dall’inchiesta 4 imputati che hanno patteggiato: 2 anni Antonio Giugliano (padre di Giovanni, che ha scelto il regolare processo); il suo factotum Giuseppe Petrellese 1 anno e 11 mesi; Pietro Marcheselli, direttore generale Cociv fino al 21 ottobre 2014, si è preso 2 anni e sanzione di 5mila euro; Maurizio Dionisi, responsabile degli appalti per il consorzio, ha avuto 2 anni e confisca di 10 mila euro.