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“Auguri a Francesca Pascale e Paola Turci: mi piacerebbe dire che si sposano, in realtà si ‘uniscono’ perché in Italia ci sono le unioni civili e non ancora il matrimonio egualitario. Al di là di tutto, l’amore trionfa sempre perché chi è sé stesso ha già vinto”. Vladimir Luxuria racconta sottolinea il significato dell’unione civile. E accenna al percorso ancora da compiere nell’estensione dei diritti alla comunità LGBT.
Francesca Pascale e Paola Turci si sposano, la gioia del Pride di Napoli: “Sarebbe bello averle qui, ma siamo felici per loro”
di
Antonio di Costanzo
Artista ed ex parlamentare, la transgender più famosa d’Italia spiega a Repubblica che “fin quando sposarsi è concesso soltanto a una parte della società, pur maggioritaria, è giusto che si parli di privilegio, e non di diritto. Se Francesca e Paola avranno un figlio, soltanto una delle due potrà essere riconosciuta come mamma”.
Ha letto i commenti degli haters alla notizia dell’unione civile?
“Li chiami odiatori, haters sembra quasi ingentilirli. Non leoni da tastiera, ma ‘coglioni’ da tastiera. Usano Internet come una rete fognaria per evacuare il peggio di loro. L’omofobia non può che farsi largo in chi non ha una vita sentimentale serena, avvertendo il bisogno di scagliarsi con chi ha un orientamento sessuale diverso dal proprio”.
C’è anche chi accusa Francesca Pascale di aver fatto poco per la comunità LGBT.
“Assolutamente falso. C’è chi dice che non ha mai mosso un dito, quando invece le sue prese di posizione scomode sono uno dei motivi per cui Berlusconi si è allontanato da lei e hanno fatto venire molti mal di pancia ai componenti del suo partito. Ho conosciuto Francesca quando si tesserò all’Arcigay di Napoli. Ai giornalisti che mi chiedevo che ne pensassi, risposti che chiunque fosse vicino ai nostri temi poteva essere una risorsa. Una presa di posizione che mi avvicinò a lei: Francesca mi confessò subito una simpatia e un’adesione alle mie battaglie. Da allora siamo state sempre molto vicine”.
E lei è stata anche ospite ad Arcore.
“Io dirigevo il Gay Village e lei confessò a Radio Capital che sarebbe voluta venire. E così fece: venne e fu un caso. Non solo: disse che Berlusconi non era contrario alle unioni civili. Il giorno dopo mi chiamò proprio Berlusconi: io pensavo a un’imitazione, invece era lui. Voleva conoscermi, così andai ad Arcore a parlare di stepchild adoption. Servì, eccome: la mia presenza lì creò non pochi scombussolamenti e il leader di Forza Italia diede libertà di voto ai parlamentari, evidentemente preoccupati”.
Torniamo all’unione civile: ci sarà?
“Il 2 luglio sarò madrina del Pride di Catania, ma sono vicinissima a questa straordinaria coppia e credo che l’unione civile di personaggi pubblici aiuti a normalizzare l’amore omosessuale nell’opinione pubblica. Paola e Francesca sono persone riservate: si erano sempre schierate dalla nostra parte, anche prima del coming out. Francesca ha spesso detto: non escludo nulla, nella mia vita. E a chi si sorprende del cambio di orientamento dico semplicemente che in quanto persone siamo fluidi e i nostri percorsi dipendono anche dalle persone che incontriamo sulla nostra strada. E, soprattutto, che ognuno ha il diritto di decidere. Non sopporto quelli che non dicono: di giorno si scagliano contro i gay, di notte te li ritrovi nei parchi notturni”.