[ Leggi dalla fonte originale]
Ancora una strage nel Mediterraneo centrale, ancora vittime che si aggiungono alla lunga lista di morti in mare dall’inizio dell’anno. Almeno ventidue persone sono morte al largo della Libia, dopo aver passato nove giorni in balia delle onde. A riferirlo, i circa 60 sopravvissuti riportati a terra dalla Guardia costiera libica, “Questo è prevedibile – la portavoce dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni, Safa Msehli – Questo è evitabile. Questo è il Mediterraneo centrale”, la portavoce dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni, Safa Msehli. Dall’inizio dell’anno, almeno 721 persone sono morte alle porte dell’Europa. E sono numeri sempre approssimati per difetto perché nel Mediterraneo – denunciano le ong – regolarmente si consumano naufragi di cui nessuno ha notizia.
Longform
Mediterraneo cimitero di migranti: cinque vittime al giorno, ma l’esodo non si fermerà
di
Alessia Candito
Anche le sessantacinque persone salvate qualche giorno fa da Geo Barents hanno rischiato di non riuscire a superare la traversata. Adesso stanno facendo rotta verso Taranto, ma almeno 22 compagni di viaggio li hanno persi. Fra loro, c’erano anche due bambini che viaggiavano con le loro mamme e il fratello di un’altra ragazza salvata dall’equipaggio di Msf.
Il vecchio gommone con cui hanno affrontato le onde si è spezzato prima dell’arrivo della nave ong, le persone a bordo sono finite in acqua e a decine sono stati inghiottiti dal Mediterraneo. Un bebé di appena quattro mesi è stato rianimato e salvato per miracolo dal team medico di Msf, mentre non c’è stato nulla da fare per una delle donne portate a bordo. Troppo debole, troppo provata dalle ore passate a lottare per sopravvivere in acqua, si è spenta poco dopo essere stata soccorsa.
Mediterraneo, ancora una strage. Msf: “Nessuna notizia di 22 persone, tre donne hanno perso figli e fratellino”
di
Alessia Candito
“Abbiamo ancora il corpo a bordo” ricordano da Msf, felici per aver ottenuto finalmente autorizzazione allo sbarco dopo innumerevoli richieste cadute nel vuoto. Ma da bordo sottolineano: “Dopo quattro giorni, il Viminale ci ha finalmente indicato Taranto come porto sicuro per far sbarcare i 65 sopravvissuti che abbiamo a bordo. Ma è a ventiquattro ore di navigazione, il che significa un altro giorno ancora in mare”.