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Si chiamava Mustafa Kia, aveva 36 anni, era originario dell’Afghanistan e viveva a Bologna con la sua ragazza. E’ l’uomo che oggi pomeriggio ha perso la vita in Trentino, sulla cresta rocciosa “Denti della Sega”, Monti Lessini, a circa 1.400 metri di altitudine. Da una prima ricostruzione del Soccorso alpino, pare che stesse praticando uno “sport estremo” che consiste nel lanciarsi nel vuoto assicurato ad una “highline” (un’apposita fettuccia tesa tra due sostegni), per poi oscillare come un pendolo.
Sempre sui Denti della Sega, in questo stesso periodo nel 2018, morì un ragazzo di Spilamberto, Matteo Pancaldi. Mustafa e i suoi compagni erano in Trentino anche per ricordare quella scomparsa.
Per cause da accertare, il 36enne è andato a sbattere contro la parete di roccia sottostante, rimanendo appeso ad una corda circa 70 metri sotto la linea della “highline”. A dare l’allarme sono stati i compagni, poco dopo le 16. Sono intervenuti gli operatori del Soccorso alpino e speleologico di Ala, trasportati sul posto in elicottero. Una volta sul posto, un tecnico di elisoccorso si è calato con il verricello all’altezza dell’uomo, recuperandolo. A nulla sono valsi i tentativi di rianimazione: il medico non ha potuto fare altro che constatarne il decesso.
Kia, rifugiato afgano, era nato a Daikondi il 5 marzo 1986. Era fotografo e videomaker impegnato con il suo lavoro nella difesa dei diritti umani. A Bologna era stato accolto anni fa dalla Croce rossa e aveva collaborato per diverse Ong. In passato aveva vinto diversi premi e aveva vinto il bando “Residenze artistiche in Basilicata 2014”, promosso dalla Regione in collaborazione con la Fondazione Città della Pace. In quell’occasione aveva realizzato il documentario “P come Pace” assieme ai minori rifugiati accolti a Santarcangelo (Potenza).