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San Pietro è una discarica: rifiuti sotto al colonnato del Bernini

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Un uomo cammina in via dei Corridori trascinando dietro di sé un bidoncino per la raccolta del vetro. Nell’altra mano ha un sacco nero pieno di bottiglie: lavora in uno dei tanti bar e ristoranti attorno a San Pietro e, infatti, alle sue spalle si staglia il colonnato della Basilica più importante del mondo. Il marmo bianco di Bernini splende sotto il sole cocente, il sacco nero coi rifiuti finisce per la strada, sotto un’arcata delle antiche mura del rione Borgo.

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I commercianti della zona lo chiamano “punto di raccolta” ma in realtà tutto il marciapiede che costeggia le mura è una discarica a cielo aperto che si estende per diverse decine di metri. Un romano ferma l’auto. Scende a fotografare con il cellulare la distesa di immondizia. Non abita in zona: “Semplicemente è una vergogna”, commenta ieri pomeriggio.

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Altri scatti, questi del 1 luglio, sono arrivati alla redazione di Repubblica Roma da parte di cittadini altrettanto indignati. Non solo per le condizioni in cui versa la propria città, ma anche perché questa strada è attraversata continuamente da turisti che vogliono raggiungere la Basilica di San Pietro. “Sapevamo che a Roma c’era un problema con i rifiuti ma non immaginavamo così grosso – commenta un signore spagnolo arrivato con la famiglia – Mi dispiace dirlo ma è uno schifo”. I due bambini che passeggiano con lui ridacchiano, fanno battute. “Eh sì, ricorderanno anche questo della loro prima vacanza a Roma, stanno dicendo anche loro che fa schifo e che c’è puzza”, prosegue il turista che alle domande risponde con un’altra domanda: “Perché c’è questa situazione?”.

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La famigliola si allontana verso il Lungotevere mentre in via dei Corridori avanza un altro gruppo di visitatori che guarda non tanto il colonnato che ha di fronte, quanto i rifiuti accumulati in terra. Bottiglie, scatole, sacchi che emanano un odore acido, reso ancora più forte dal gran caldo. L’attrazione per questa particolare visione deve essere forte al punto che i turisti decidono di contribuire al degrado. Dal gruppo compatto si stacca prima un signore, poi un altro: si avvicinano quanto basta al marciapiede – discarica e lanciano anche loro i rifiuti che hanno in tasca. Poi proseguono come se nulla fosse. Lo stesso fa un uomo che in mano ha un sacchetto giallo di cui si disfa mentre cammina a passo svelto. Non per paura di essere multato, ma di tornare a casa dopo la giornata di lavoro: “Guardi lo fanno tutti – risponde a chi gli chiede il perché di quel gesto – d’altronde in zona non ci sono cestini”.

(agf)Ci sono invece alcuni bidoncini che si intravedono sotto un’arcata delle mura storiche del rione Borgo. A malapena si riesce a distinguere quali siano per la carta, quali per la plastica o per il vetro visto che sono completamente ricoperti dai sacchi neri e dai cartoni. Presso questo che dovrebbe essere un punto di raccolta sta per andare il cameriere di un ristorante che si trova proprio in via dei Corridori. I sacchi neri questa volta sono due: “Ma noi ogni giorno ne produciamo almeno 20 – spiega -. Prima della pandemia venivano alcune cooperative a ritirarli direttamente ma ora non passano più e i camioncini dell’Ama arrivano di notte, se arrivano”.

Il ristorante invece chiude dopo pranzo e “se lasciamo accanto alla porta tutti quei sacchi rimangono lì tutto il pomeriggio e la sera, ma soprattutto è probabile che li ritroviamo nella stessa identica posizione anche il mattino seguente”. Così, meglio fare come tutti gli altri: andare sul marciapiede di fronte e abbandonare 20 sacchi nel punto di raccolta dell’orrore.

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