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BOLOGNA All’una lungo le centralissime via Ugo Bassi e via Indipendenza non si vede circolare nemmeno un taxi. Anzi uno ce n’è. È fermo, parcheggiato quasi di fronte al vecchio Hotel Baglioni. Attorno non c’è nessuno. Una scritta appiccicata sopra il mezzo bianco recita: Taxi autorizzato a svolgere il servizio di garanzia. Caratteri cubitali per dire che oggi e domani i taxisti sono in sciopero.
Anche a Bologna, come in tutta Italia, la categoria protesta contro l’articolo 10 del ddl Concorrenza del Governo che introduce la deregolamentazione del settore liberalizzando le licenze, adeguando l’offerta dei servizi “alle forme di mobilità che si svolgono mediante applicazioni web, che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti”. Nel mirino ci sono, per esempio, Uber e Free Now.
Mentre a Roma i taxisti sfilano, a Bologna, fanno sapere i sindacati, i lavoratori autorizzati al turno sono una cinquantina su 722. Un centinaio quelli scesi nella Capitale. Al momento lo sciopero pare funzionare con una adesione altissima. “La città è tutta ferma”, dice Mirko Bergonzoni, segretario regionale di Uil Trasporti. “Abbiamo predisposto nei giorni scorsi un piano per garantire i servizi di garanzia per malati, donne incinte, disabili, chi deve raggiungere gli ospedali. Le auto di garanzia in questo turno sono circa una trentina mentre nei punti nevralgici come il Marconi, in stazione e in piazza Maggiore abbiamo alcune persone che danno indicazioni e che smistano le richieste più necessarie”.
In piazza Malpighi, altro punto di raccolta dei taxi, non si vede nessuno. C’è il cartello che indica il fermo dei servizi, dalle 8 alle 22. È scritto anche in inglese. È in quella lingua che lo legge Tamara, dalla Georgia. “Avrei dovuto raggiungere un amico dall’altra parte della città, vorrà dire che prenderò un bus”, dice rassegnata. In piazza Maggiore ci sono due auto bianche ferme: Modena 18 e Torino 16. Luca, responsabile Radio Taxi di Cotabo, sta aiutando un signore molto anziano che ha bisogno di tornare a casa: per lui si attiva il servizio di garanzia.
La giornata sarà ancora lunga. “Oggi è importante far sentire la nostra voce – precisa Cosimo Quaranta, responsabile per Cna Bologna di Fita Trasporti – Non siamo disponibili a farci espropriare del servizio pubblico a vantaggio delle multinazionali, perché è questo il vero oggetto del contendere”.