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L’ultimo tentativo di Danilo Coppola di far valere ragioni che sono solo sue passa per una mesta petizione online su Change.org. Che finora ha raccolto una ventina di firme. L’immobiliarista romano protagonista della stagione dei “furbetti del quartierino” che provarono la scalata ad Antonveneta e Bnl, si trova all’estero e si guarda bene dal dire dove, visto che su di lui pende una richiesta di carcerazione. Sul suo profilo Instagram da mesi Coppola pubblica video e riflessioni per dimostrare di essere vittima della malagiustizia. Ma venerdì scorso la Cassazione ha confermato la condanna per bancarotta a sette anni. E la petizione su Change langue.
L’attacco ai giudici che l’hanno condannato
“In uno dei miei tanti processi la Cassazione ha confermato la custodia in carcere e una condanna a 7 anni – dice in un filmato di mezz’ora postato sul social subito dopo il primo verdetto che lo riguarda, il primo arrivato al terzo grado – vi assicuro che la giustizia è stata sconfitta, come spesso accade negli ultimi decenni. Perché? Perché il ricorso fatto dal professor Coppi (Franco Coppi, ndr), che è il più autorevole professore di diritto in Italia, è stato da loro reso inammissibile”. Prosegue attaccando il giudice della Corte di Appello di Milano Piero Gamacchio, che ha firmato la sentenza sul crac della società Parco Vittoria (ora di proprietà del fondo Prelios) e poi è stato costretto a lasciare la toga per dei debiti insoluti con dei ristoranti e con un avvocato.
Il doppio profilo (sui social)
L’immobiliarista rilancia su Instagram la piattaforma delle petizioni su cui qualcuno ne ha lanciato una intitolata “Danilo Coppola libero subito”. A ieri avevano firmato in venti e la piattaforma sollecitava gli utenti per arrivare almeno a cento. “Ringrazio molto chi ha avuto questa iniziativa e tutti coloro che la firmeranno”. Coppola spiega di aver aperto anche un altro profilo “perché sto avendo problemi, probabilmente me lo stanno chiudendo per sicurezza”.
La procura di Milano e la richiesta di estradizione
La procura di Milano, arrivati gli atti dalla Cassazione, iscriverà il procedimento di esecuzione della pena, sottraendo il cosiddetto “pre-sofferto” della custodia cautelare già scontata. A quel punto emetterà l’ordine di carcerazione con un’istanza di estradizione. A quale Paese? Ecco, questa è una bella domanda. Perché, come detto, Coppola non dice dove si trova. Fino a poco tempo fa lo davano latitante in Svizzera, Paese a cui la giustizia italiana si era rivolta con una prima richiesta di estradizione (rigettata) per una tentata estorsione ai danni dei magistrati milanesi. Però in base alle ultime informazioni, il furbetto del quartierino potrebbe aver cambiato città ed essersi accasato a Dubai.