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Dopo aver inaugurato i lavori del Consiglio episcopale permanente, in serataMatteo Maria Zuppi si presenta al festival della filosofia di Veroli, comune di 20mila abitanti in provincia di Frosinone. Poco prima, davanti ai vescovi del Consiglio, il presidente della Cei aveva parlato della necessità di “una politica nuova”, fatta di rinnovamento e inclusività, “che permetta di uscire dal precariato e dall’incertezza”. L’incontro nella cittadina del frusinate offre l’occasione per aggiungere un tassello in più alle riflessioni esplicitate qualche ora prima: guerra, rinnovamento e cittadinanza.
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Al festival della Filosofia, il cardinale si sofferma sul concetto di libertà. Lo fa insieme a Walter Veltroni, ospite anche lui dell’evento. “Quando ho saputo che c’era Matteo non ho potuto rifiutare”, ammette l’ex segretario del Pd. Del resto, con la sua fama di ‘prete da strada” e un passato nella Comunità di Sant’Egidio, Zuppi nel corso degli anni è riuscito a guadagnarsi non solo la stima del mondo cattolico, ma anche di quello laico e progressista. Il cardinale accenna un sorriso imbarazzato quando, quasi per gioco, Veltroni lo appella come “Sua eminenza”. Con le campagne del frusinate che fanno da sfondo, Zuppi e Veltroni parlano di passato e presente: dalle dittature del ‘900 fino alle nuove sfide di oggi. Tra gli argomenti di attualità c’è spazio anche per il ruolo della tecnologia. O meglio: dell’impatto che quest’ultima ha provocato nella società. Veltroni prende di mira il flusso quotidiano di informazioni: “Quello che ieri ci sembrava una tragedia, oggi ci è già sfuggito”, dice mettendo in fila le conseguenze della sovraesposizione mediatica causata dai social. Zuppi, invece, si sofferma su coloro che governano i processi di cui parla l’ex segretario dem: “C’è qualcuno che ha la possibilità di controllare molte cose”, mette in guardia il cardinale “C’è qualcuno – insiste – che detiene certi algoritmi che governano tanti individui, i quali sono spinti a pensare ciò che vuole l’intelligenza artificiale”. Il risultato: “Pochi signori hanno in mano il governo di moltissime cose. Per questo – conclude Zuppi – abbiamo il dovere di essere liberi”.
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‘Libertà, tra limiti e responsabilità’ è il tema dell’edizione di quest’anno. “La libertà non è la somma delle singole libertà individuali”, scandisce Zuppi. Gli fa eco il fondatore del Pd che, con uno sguardo rivolto verso il passato, parla del pericolo di prendere la libertà come un concetto ormai acquisito. “La nostra generazione l’ha conosciuta come condizione naturale, ma oggi torna ad essere messa in discussione”. Il riferimento è alla crisi economica, al terrorismo degli anni passati, alla pandemia, alla guerra in Ucraina e al ritorno delle autocrazie. “E’ pericoloso pensare che ci sia qualcuno o qualcosa a cui poter delegare tutto, che sia un’ideologia o l’uomo della provvidenza”, dice Zuppi. Sul concetto di ideologia il cardinale si era soffermato qualche ora prima, durante l’intervento ai lavori del Consiglio episcopale permanente. Lo aveva fatto parlando di Ius culturae (proposta che di recente è arrivata all’esame del Parlamento), mettendo in guardia la politica circa i rischi di un dibattito troppo ideologizzato: “Concedere la cittadinanza italiana ai bambini che seguono il corso di studi con i nostri ragazzi deve suscitare delle idee e non delle ideologie per trovare le risposte adeguate”.