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“C’è stato un incendio. Invece di buttare acqua per spegnerlo del tutto abbiamo lasciato covare la brace. E ora che è arrivata la ventata di Omicron 5 ci ritroviamo di nuovo in mezzo alle fiamme. C’è poco da strapparsi i capelli, questa ondata è figlia anche della decisione di allentare le precauzioni e togliere le mascherine”.
Roberto Battiston, fisico sperimentale all’università di Trento, coordina l’Osservatorio locale dei dati epidemiologici sul Covid. “L’ho avuto da poco, quasi senza accorgermene, ma non per tutti è lieve. Se continuiamo così vivremo sempre nell’attesa della prossima variante. Oggi dovremmo usare le mascherine. Anche al concerto dei Maneskin se necessario. È molto meno fastidioso che non ammalarsi e far ammalare gli altri”.
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Gli eventi con decine di migliaia di persone sono accusati di amplificare i casi. Cosa sappiamo?
“Non c’era ancora l’emergenza Covid quando si giocò Atalanta-Valencia, a febbraio del 2020, ovviamente senza protezioni. L’epidemiologia di quell’evento è stata studiata con cura. I tifosi e i loro contatti sono stati tracciati e si stima che almeno il 20% dei 44mila spettatori si siano infettati quel giorno. Non c’è bisogno di essere esperti in previsioni per capire che, se si abbandona ogni precauzione, anche il concerto dei Maneskin produrrà molti nuovi contagi. Migliaia di persone arriveranno da tutta Italia. Alcune riporteranno il virus a casa e lo diffonderanno nelle loro regioni. Visto però che nessuno si occupa più di tracciamento, probabilmente non conosceremo mai i dettagli come è stato per la partita di Bergamo”.
Cosa sta succedendo in Italia?
“La curva cresce in modo rapido da almeno 4 settimane. Ha un andamento esponenziale come in generale fanno le curve epidemiche. All’inizio i numeri sembrano piccoli e la crescita trascurabile. Ora che abbiamo di fronte cifre superiori ai 100mila casi giornalieri cominciamo a preoccuparci. Ma è da giugno, di fatto dall’abbandono degli obblighi di distanziamento, che il virus cresce. Quel mese i casi sono quintuplicati. Erano 100mila durante la prima settimana di giugno, sono arrivati a mezzo milione nella prima di luglio. Sono numeri grandi. Sarà difficile frenarne l’ulteriore crescita senza qualche misura di protezione”.
Perché tanti casi?
“Omicron 5 e le sue varianti sono molto contagiose, paragonabili al morbillo. La ventata dell’ultima variante, poi, è arrivata quando avevamo ancora molta brace accesa. L’estate scorsa agli inizi di agosto eravamo scesi a meno di 50mila positivi totali, meno di un ventesimo degli attuali. Quando il 27 luglio 2021 è iniziata la risalita alimentata da Delta, venivamo da 12 settimane di decrescita. Omicron 5 invece ci ha colto con più di mezzo milione di positivi noti. Ne è seguita una crescita esponenziale, che quando parti da numeri così alti, ti fa schizzare in su”.
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Cosa si prevede?
“Non ci sono le condizioni per fare previsioni, per ora non vediamo segnali di rallentamento. Conosciamo il numero dei positivi ufficiali, più di 1,1 milioni, ma non abbiamo modo di sapere quelli reali. Due anni fa l’Italia provò a fare un’indagine sierologica per capire quante persone si erano infettate, anche in modo asintomatico. Non mi risulta che quello sforzo di analisi sia stato ripetuto”.
Cosa dovremmo fare?
“Personalmente continuo a indossare la mascherina. Alcuni esperti invitano a toglierla perché inutile. Ma se ti butti in acqua e non sai nuotare, il salvagente lo metti. Non ti fidi di chi ti assicura che tanto l’acqua è bassa. Sai che potrebbero esserci buche che non vedi. Ci sono poi altri messaggi ambigui, come quello sulla raccomandazione ad essere prudenti, che ogni italiano interpreta a modo suo”.
La mascherina è sufficiente?
“Non proteggerà al 100%, ma è un ostacolo per il virus. Anche un bambino capirebbe che due barriere sono meglio di una, e che una è meglio di zero. Al contrario di lockdown e chiusure, la mascherina è fastidiosa ma non danneggia nessuno. Come i tamponi rapidi, altra misura utilizzabile. Sono stato a un congresso negli Stati Uniti e ognuno dei duecento partecipanti poteva entrare in sala solo dopo un test con risultato negativo”.
Siamo rassegnati ad ammalarci in cambio di un po’ di immunità?
“Immunità che puntualmente non viene riconosciuta dalle nuove varianti. Ed ecco che possiamo ricontagiarci. Per fortuna la letalità del Covid è scesa molto. Se prendiamo come riferimento gli attualmente positivi, i decessi sono 1 ogni 10mila. All’inizio della pandemia erano dieci volte tanti, poi hanno iniziato a scendere con l’arrivo dei vaccini. Hanno avuto una risalita fino a 5 ogni 10mila solo alla fine della scorsa estate, con l’ondata di Delta. Era una variante più aggressiva di Omicron, ma avevamo relativamente pochi contagi, e a differenza della Gran Bretagna ce la siamo cavata. Oggi il rischio di morire di Covid per ciascuno di noi è basso, ma non nullo. E nel momento in cui il bacino dei positivi supera il milione, possiamo aspettarci anche più di 100 vittime al giorno. Già purtroppo ci stiamo avvicinando”.