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Libri scolastici più cari e introvabili, scatta già allarme per il prossimo anno

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La crisi non risparmia neppure i libri di testo scolastici. I rincari dei trasporti e del costo della carta per stamparli potrebbe ritardare la consegna dei testi alle librerie. E determinare aumenti dei prezzi di copertina. Già lo scorso anno qualche ritardo si verificò. Ma fra due mesi la situazione potrebbe peggiorare. L’allarme arriva direttamente dagli editori. “La crisi della carta ha un impatto importante su tutta l’editoria, in particolare su quella scolastica”, spiega Paolo Tartaglino, presidente del Gruppo educativo dell’Aie. “È un impatto che riguarda non solo i costi, che abbiamo visto aumentare dal 50% fino addirittura all’80%, per la carta necessaria ai libri scolastici, ma anche le tempistiche di consegna e la reperibilità”.

Il rischio quindi che l’anno scolastico inizi con la lista dei testi incompleta è tutt’altro che remoto. Una eventualità che metterebbe in difficoltà gli stessi studenti e i docenti. “Gli editori – continua Tartaglino – stanno facendo tutto il possibile per provvedere al più presto alle ristampe e, con il contributo di tutti gli attori della filiera distributiva, per cercare di garantire i testi all’inizio dell’anno scolastico”. “Che i rincari avrebbero colpito anche le materie prime per stampare i libri scolastici era prevedibile”, interviene Giorgio Palumbo, dell’omonima casa editrice che pubblica soprattutto testi di Letteratura italiana, Latino e Greco. 

“Noi – continua – abbiamo provveduto per tempo ad approvvigionarci della carta necessaria, che abbiamo già pagato con notevoli rincari, e i nostri testi saranno in libreria regolarmente. Ma non so cosa accadrà agli altri editori”. Secondo Palumbo, “lo Stato dovrebbe investire di più nel diritto allo studio a favore degli incapienti, che sono aumentati in maniera considerevole. “I 103 milioni previsti, oggi 133, non sempre arrivano in tempo e in alcuni anni, visto che sono gestiti dalle regioni, sono stati anche tagliati”. L’Aie, di cui Palumbo è stato presidente per diversi anni, spinge per interventi da parte dello stato: come la detrazione fiscale delle somme spese dalle famiglie per l’acquisto dei libri scolastici.

Oltre al previsto fondo a favore delle famiglie meno abbienti per l’acquisto dei libri scolastici che da 103 milioni di euro passerà a 133 gli editori chiedono altri interventi, come il credito d’imposta per l’acquisto della carta. Sulle liste dei libri approvate a maggio dai consigli di classe per l’anno successivo è previsto un tetto di spesa che per il superiore dipende dalla classe e dall’indirizzo di studio: 335 euro per l’elenco dei libri di una prima classe del liceo classico, 320 euro per una prima dello scientifico, esclusi dizionari e eventuali manuali. I tetti sono stati fissati nel 2012 e da allora non sono mai stati aggiornati. Per Irene Enriques, nella sala dei bottoni della casa editrice Zanichelli, “esiste il rischio di non ricevere in tempo la carta per alcuni volumi ad alta tiratura, non possiamo prevedere oggi quali, ma è un rischio che appariva maggiore qualche settimana fa. Purtroppo la filiera non è sotto il nostro controllo, quindi è giusto rimanere cauti, tuttavia nelle ultime settimane abbiamo potuto stampare molto e siamo meno preoccupati”.

Sulla consegna dei libri gli editori sono ottimisti ma non sui costi da sostenere per fronteggiare i rincari delle materie prime. Il caro-carta e i rincari dei trasporti potrebbero riverberarsi sui prezzi di copertina in futuro? “Sì – risponde Enriques – Non vedo altrimenti come potremmo rientrare delle maggiori spese. Già adesso – spiega – rileviamo situazione bancaria del 15% inferiore rispetto all’anno scorso. La carta è cresciuta di prezzo del 70%, le altre lavorazioni sono aumentate più dell’inflazione, i maggiori costi dell’energia sono noti e altre spese aumentano con l’inflazione”. E se i tetti di spesa resteranno tali i professori saranno costretti a non inserire i libri di alcune discipline, come avviene già da qualche anno. Un escamotage per rispettare il tetto di spesa. Ma poi i testi mancanti vengono consigliati agli studenti che li acquistano ugualmente. 

Alla fine, senza ulteriori interventi statali, le maggiori spese ricadranno sulle famiglie. Laura Trucchia è la presidente del Coordinamento genitori democratici di Ancona. “Dopo due anni di didattica faticosissima – dice – tra presenza e distanza, i ritardi nella fornitura dei libri di testo creerebbero un forte, ulteriore, disagio, proprio quando è imprescindibile mettere in campo tutte le necessarie e possibili risorse per poter assistere ad un rientro in classe all’insegna di una ritrovata normalità. Il timore è che queste difficoltà si traducano non solo in un ulteriore aumento del costo dei libri, per tante famiglie già insostenibile, ma anche – continua – in una spinta verso la totale digitalizzazione degli strumenti didattici, in presenza di forti ed innegabili diseguaglianze riguardanti il possesso dei device e le competenze necessarie ad utilizzarli con la conseguente, ennesima, intollerabile lesione del diritto allo studio”.

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