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Torino – C’è un confine sottile tra le riunioni virtuali in cui negazionisti, No Vax e No Green Pass si fomentano a vicenda e le violenze di piazza. È lo stesso clima d’odio che cresce in rete e sfocia nell’assalto alla Cgil di Roma, il 9 ottobre, negli scontri a Trieste o nelle tensioni a Milano. Non l’aveva portata in piazza, ma uno dei 18 indagati dalla procura di Torino nell’inchiesta che ha convinto Telegram a chiudere, in settembre, “Basta dittatura” uno dei principali canali No Vax, aveva in casa, a Palermo, una tanica da 5 litri di acido cloridrico e proponeva di usarlo per riempire bottiglie da tirare in faccia ai poliziotti. Gli investigatori della Digos di Torino e della Polizia postale del Piemonte che ieri hanno eseguito perquisizioni in 15 città, da Torino a Palermo, hanno trovato coltelli, a Cremona e Brescia, dove l’indagato aveva anche una balestra “Sniper”, da cecchino, baionette e un vecchio fucile. È una violenza potenziale che ha convinto gli investigatori ad anticipare d’urgenza, prima delle manifestazioni di sabato scorso, la perquisizione in casa di un uomo, a Padova, che proponeva di usare benzina e un accendino contro i poliziotti.
No Pass, così Forza Nuova li reclutava in chat: “Sanno menare, pronti per la fase due”
di
Giuliano Foschini
,
Fabio Tonacci
14 Novembre 2021
La procura ipotizza il reato di istigazione a delinquere, con l’aggravante della finalità di terrorismo. Gli investigatori non hanno mai smesso di monitorare il canale Telegram, uno dei tanti veicoli di teorie negazioniste, ma l’inchiesta ha preso il via quando hanno notato un cambio di passo e di toni. È successo a fine agosto, quando è stato pubblicato l’indirizzo di casa del governatore del Piemonte, Alberto Cirio. “Andiamo a prenderlo”, si leggeva tra le centinaia di messaggi pubblicati ogni minuto, con l’invito a gambizzare, fucilare, impiccare, o organizzare “una nuova marcia su Roma”.
Dall’inchiesta torinese non emergono infiltrazioni di estrema destra, ma un mondo e un simbolismo che è difficile interpretare diversamente, a partire dalla svastica, foto profilo del canale. Gli investigatori hanno trovato un passaporto nazista d’epoca in casa di una blogger russa di Siena. Lo hanno sequestrato insieme a un paio di quaderni con interviste in russo che ora saranno tradotte e analizzate. Da uno dei tre indagati torinesi era partito l’appello a bloccare stazioni e sabotare i treni “dieci per binario”: l’iniziativa fu un flop, ma qualcuno si era mobilitato con l’idea di metterla in pratica. Avevano pubblicato indirizzo mail e numero di ufficio della pm che aveva chiesto il sequestro del canale Telegram, invitando i 43mila iscritti a inondarla di messaggi, del premier Mario Draghi avevano pubblicato il ristorante preferito a in Umbria e l’itinerario per raggiungerlo. Volevano “impiccarlo”, “eliminarlo”, “farlo fuori” come giornalisti, virologi e medici.
No Vax e No Pass perquisiti, c’è anche l’operaio 50enne autore delle minacce su Telegram al sindaco di Milano Sala
di
Massimo Pisa
15 Novembre 2021
Uno dei torinesi perquisiti ieri si è messo a piangere davanti alla polizia: “Scherzavo, non pensavo fosse un reato”. L’invito a picchiare i poliziotti o massacrare quelli della Digos, però, secondo la procura, lo è.
La chiusura del canale “Basta dittatura”, a inizio settembre, non ha fermato le comunicazioni dei No Vax, il backup della vecchia chat con il nuovo nome “Basta dittatura – Proteste” ha già raccolto 8mila iscritti. Qui ieri, quasi in diretta con le perquisizioni, hanno cominciato a circolare minacce ai dirigenti di polizia e alla procura: “Appena distruggeremo la dittatura finirete in piazzale Loreto”, “Bisognerebbe andare tutti sotto il palazzo a lanciare bombe”. Materiale già finito sul tavolo della procura di Milano, un nuovo filone d’indagine. L’attività per chiudere anche questo nuovo canale è in corso.