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Una donna con tre bimbi accoccolati accanto, tutti stretti su un materasso buttato a terra. Cumuli di bottiglie di plastica, indumenti stracciati, generi alimentari, coperte termiche accatastati in ogni angolo dell’hotspot, buste di immondizia traboccanti e aggredite da lunghe colonne di insetti che affollano persino i corridoi, più di 1.800 persone a contendersi l’ombra degli sparuti alberi, un posto nella fila di chi deve ricevere un pasto o usare uno dei bagni di fatto impraticabili.
Mentre a Cala Pisana la nave San Marco attende il trasferimento dei primi seicento ospiti di Lampedusa, nel centro la situazione rimane critica. La macchina dei trasferimenti si è attivata, dopo la nave della marina, in serata arriverà il traghetto Cossyra che imbarcherà un altro gruppo di persone, forse si attiveranno a breve anche le motovedette della Capitaneria di porto e della Finanza.
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Ma c’è nervosismo in hotspot. Le condizioni inaccettabili in cui i sopravvissuti alle traversate nel Mediterraneo sono stati costretti a vivere, il sovraffollamento, la difficoltà, se non l’impossibilità persino ad avere un posto decente per dormire, lavarsi o cibo a sufficienza, ha fatto scaldare gli animi. “Alcuni potrebbero non capire perché c’è chi può lasciare subito quell’inferno e chi invece è costretto ad aspettare ancora”, dicono dall’interno del centro, chiedendo il più assoluto anonimato. “Fino a qualche giorno fa, non c’era neanche un mediatore che potesse spiegare cosa stesse succedendo a chi arrivava”, suggerisce un altro. A quanto pare, c’è stato un intoppo o un rallentamento nel rinnovo dei contratti.
Tutti dettagli che probabilmente adesso sono al vaglio del prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa, del direttore dei Servizi civili per l’immigrazione e l’asilo, il prefetto Michela Lattarulo, che in mattinata hanno fatto un sopralluogo a contrada Imbriacola, seguito da un vertice con le forze di polizia e i responsabili di Badia Grande, la cooperativa che gestisce il centro.
Una riunione che si preannuncia lunga. Sul tavolo ci sono video e foto che testimoniano le condizioni in cui da settimane, come Repubblica documenta da tempo, vivono gli ospiti. Ma forse anche la convenzione firmata dalla cooperativa una volta vinto l’appalto per la gestione del centro. Stando alle immagini circolate nelle ultime settimane, almeno un paio di punti potrebbero non essere stati rispettati. A prescindere dal numero di ospiti, da contratto standard ognuno all’ingresso deve ricevere un kit di effetti personali, che include scarpe, ciabatte, intimo, magliette, prodotti per l’igiene. Anche per questo, i gestori ricevono un extra di 20 euro circa al giorno per ogni ospite in più del centro. Ma la fotografia che mostra uno degli ospiti costretto a fabbricarsi delle rudimentali calzature con bottiglie accartocciate dimostra che forse non tutto è andato per il verso giusto. Tutti elementi che probabilmente verranno passati al vaglio.
Nel frattempo, si attende che il centro si svuoti per avviare un servizio straordinario di pulizia sia all’interno che all’esterno dei padiglioni vengano ripuliti e sanificati. “Il fenomeno andrebbe affrontato in maniera strutturale e non emergenziale. Se siamo in queste condizioni da 30 anni non è più un’emergenza ma è la normalità. Ecco perché occorre trovare delle soluzioni strutturali”, commenta il sindaco dell’isola, Filippo Mannino.
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di
Alessia Candito
“Nessuno – assicura – si sottrae all’accoglienza, ma questa accoglienza non è quella che si attendono i migranti prima di partire. Non abbiamo i mezzi per gestire questi numeri e non potremo averli mai, occorre limitare il fenomeno. Come? Creando dei corridoi umanitari e istituendo dei punti di accesso per le richieste di asilo politico direttamente in Africa. In questo modo ci sarebbe una riduzione del flusso”. Nel frattempo, ribadisce, è necessario accelerare i trasferimenti. L’estate è appena iniziata e la situazione sempre più tesa in Libia rischia di far aumentare le partenze.
Complice forse il calo verticale di consensi, la Lega è tornata a tuonare sul tema. Il leader Matteo Salvini ha annunciato l’approdo sull’isola, ma il sindaco sembra frenare su possibili strumentalizzazioni. “La solidarietà – commenta – è sempre bene accetta da qualsiasi parte politica. Le istituzioni nazionali devono impegnarsi per Lampedusa a prescindere dagli orientamenti di partito”.