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Siccità, ora è allarme furti d’acqua: azienda agricola nel Torinese sottraeva 200 litri al secondo dal Po

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L’acqua diventa sempre più preziosa, così preziosa che vale la pena rubarla. Aumentano infatti, in tutto il Piemonte prostrato dalla siccità, i prelievi non autorizzati di acqua dopo le limitazioni imposte per limitare i danni  e dopo la carenza generalizzata soprattutto in agricoltura. 

I carabinieri forestali del gruppo di Torino hanno identificato a San Raffaele Cimena un’azienda agricola che  pescava acqua dal Po per irrigare i campi. Gli agricoltori convogliavano l’acqua in un canale con una motopmpa azionata da un trattore. questo sistema di derivazione prelevava dal fiume 200 litri al secondo.

Gli investigatori dei carabinieri forestali hanno calcolato che in 15 giorni – più o meno il tempo di utilizzo del canale finora – sono stati prelevati 72mila metri cubi, che avrebbe aggravato la già difficile crisi idrica del fiume. I titolari dell’azienda agricola ora rischiano una multa di 30mila euro per aver usato acque pubbliche superficiali senza autorizzazione. 

Sono aumentati i furti ma si sono intensificati anche i controlli dei carabinieri che  stanno monitorando molte zone del Piemonte per limitare i prelievi dai cosi d’acqua già a secco. La scorsa settimana i forestali del Novarese avevano scoperto un altro furto, questa volta da un idrante per le emergenze. Tra Torino e Novara i millitari del Nipaaff, il nucleo investigativo di polizia ambientale agralimentare e forestale, hanno perquisito alcune aziende che si occupano di smaltimento rifiuti. I titolari sono stati indagati per furto aggravato.

Le perquisizioni hanno riguardato otto sedi operative a Torino, Novara, Vercelli e Monza Brianza, riferite a 4 aziende. Le indagini sono partite dai prelilevi sospetti da un idrante, nella zona industriale di San Pietro Mosezzo, nel novarese, utilizzato abusivamente per riempire automezzi cisterna.

Gli investigatori hanno guardato i filmati dei sistemi di videosorveglianza e scoperto 16 prelievi: le aziende usavano una chiave di manovra perattivare l’erogazione dell’idrante dopo averlo collegato alla cisterna tramite una manichetta.  Le cisterne arrivavano all’alba per non farsi notare. Gli investigatori hanno stimato un prelievo di almeno 86.400 litri di acqua.

A Trofarello, nel Torinese, già a fine giugno, il sindaco aveva chiuso una fontana comunale per gli ingenti prelievi che erano stati notati dal sistema idrico: qualcuno aveva manomesso la fontana e diverse segnalazioni di cittadini avevano deunciato la presenza di persone che riempivano grosse taniche dal bocchettone pubblico dell’acqua.

E a Cerano, a inizio luglio, un privato cittadino era stato multato dopo essere stato sorpreso a prelevare acqua da una roggia per riempire la sua piscina privata, pratica privata in questo periodo di grave siccità. I carabinieri forestali di Novara avevano scoperto il sistema di prelevamento, una pompa idraulica collegata alla roggia. Lui, come le aziende agricole scoperte nel Torinese, rischia una multa di 30mila euro.

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