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Contro il Covid “sono per la linea più rigorosa che possa esserci”. A dirlo è il segretario del Pd, Enrico Letta, che sposa così in pieno la linea dei presidenti delle Regioni pronti a garantire l’accesso ai locali pubblici solo a chi ha il Green pass. Il leader dem ha affrontato l’argomento delle restrizioni contro l’aumento dei nuovi contagi da coronavirus durante la presentazione, con Giorgia Meloni, del libro di Bruno Vespa Perché Mussolini rovinò l’Italia (e come Draghi la sta risanando). Se non si adottano tutte le misure necessarie per ridimensionare la pandemia, avverte Letta, “fra qualche settimana torniamo in lockdown e poi sarà troppo tardi”.
E d’accordo con Letta e i governatori anche la ministra per gli Affari Regionali, Mariastella Gelmini: “La situazione in Italia, grazie all’andamento della campagna vaccinale, non è neanche lontanamente paragonabile a quella di altri Paesi europei, come l’Austria, che hanno introdotto misure rigide per i non vaccinati – la premessa di Gelmini – Il governo sta monitorando in modo rigoroso i numeri e al momento non ci sono nuove restrizioni in vista. Se la situazione dovesse peggiorare nelle prossime settimane o nei prossimi mesi, credo che dovremmo tenere in seria considerazione, come abbiamo sempre fatto, le istanze delle Regioni. Il fatto che quasi l’85% della popolazione abbia scelto responsabilmente il vaccino – ha aggiunto – non potrà non incidere sulle eventuali decisioni da prendere”.
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E proprio sul tema delle restrizioni, il segretario del Pd ne ha poi approfittato per lanciare una stoccata a Matteo Salvini e Meloni: “Sono rimasto abbastanza impressionato in questi mesi – ha detto – nel vedere le distanze così marcate fra le forze politiche, non condivido l’atteggiamento di Fratelli d’Italia e della Lega sul tema”. E ha aggiunto: “Non mi metto a criticare le arogmentazioni, ma sono rimasto molto sorpreso: la destra dovrebbe tenere in mente che la sicurezza e l’ordine sono valori importanti. La campagna vaccinale è l’elemento centrale, con il Green pass e la sua estensione. Dobbiamo fare di tutto perchè questa capacità di tenere una linea rigorosa continui”.
Ma la leader di Fratelli d’Italia, presente anche lei al Tempio di Adriano a Roma, non sembra voler cedere di un millimetro e ribadisce la sua linea sottolineando di essere “contraria al lockdown per i non vaccinati perché non risolverà il problema”.
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Il Quirinale
Letta è poi tornato a parlare della prossima elezione del presidente della Repubblica. “So che è la vicenda che appassiona di più tutte, una specie di palio in cui si corre – ha ironizzato – Ma credo ci sia altro da fare in questo momento, anche perchè un dibattito sul Quirinale creerebbe una serie di tossine che andrebbero a impattare su quello che dobbiamo fare”. L’auspicio del dem, comunque, è che ci sia “convergenza” da parte di tutte le forze politiche sul nome del futuro Capo dello Stato.
E nella lizza dei nomi possibili c’è anche quello del leader di Forza Italia, Silvio Berluconi. “È un mio alleato ed è una persona alla quale sono legata ma l’elezione di Berlusconi non è una cosa facilissima, basta guardare i numeri”, avverte Meloni. “Dopo di che, ho visto che Berlusconi ha risposto, credo per primo, all’appello di Letta, per trattare insieme del prossimo presidente della Repubblica. Dato che, a mio avviso, il Pd Berlusconi non lo voterà, ritengo che questo significhi che il Cavalere abbia deciso di fare un passo indietro e che non sia più interessato a questa partita. Almeno questa è stata la mia interpretazione”, ha concluso la leader di FdI.
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La legge elettorale
Continua, intanto, la discussione tra i partiti sulla legge elettorale. Una riforma che Letta vede di difficile attuazione da parte dal Parlamento. “Io la legge elettorale la cambierei – torna a dire – perchè non mi piace, penso alle liste bloccate e i parlamentari staccati dai territori”. E Meloni ne approfitta: “Se rimanesse l’attuale legge elettorale sicuramente sarebbe una notizia migliore del ritorno al proporzionale”.