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Il toto-candidature è partito. E in ogni schieramento, in questi giorni, è aperta la caccia ai candidati migliori, quelli che possono assicurare voti e non solo visibilità. Così man mano che dalle segreterie di partito arrivano telefonate o i possibili nomi escono sui giornali, c’è già chi ci tiene a stoppare ogni voce. Come Giorgio Gori, il sindaco di Bergamo, eletto con il Pd. Che non intende candidarsi alle elezioni politiche del 25 settembre. E, anzi, considera “impensabile” dimettersi dalla carica di sindaco di Bergamo – il suo secondo mandato scade nel 2024 – per correre.
Per la prima volta alle urne con il Parlamento tagliato: il rompicapo dei collegi
di
Giovanna Casadio
“I bergamaschi mi hanno confermato la loro fiducia nel 2019 ed io intendo onorare l’impegno che ho con loro, restando alla guida della città fino alla fine del mandato. Per candidarmi – ha spiegato – dovrei dimettermi nei prossimi giorni: questo è assolutamente impensabile”.
Per la prima volta alle urne con il Parlamento tagliato: il rompicapo dei collegi
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Giovanna Casadio
“Le elezioni politiche del 25 settembre sono un passaggio di grande importanza per il nostro Paese, e non farò certo mancare il mio contributo – ha assicurato Gori -, ma l’impegno per Bergamo rimane per i prossimi due anni la mia priorità”.