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I dati del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) confermano che stiamo attraversando una fase climatica davvero anomala con temperature altissime già dal mese di maggio. Giugno 2022 in Italia ha avuto una anomalia positiva, ovvero più calda del normale, di +2.88°C rispetto al trentennio di riferimento più recente (1991-2020). In sostanza è stato il secondo più caldo dal 1800 a oggi, poco dietro solamente al 2003. Con questi risultati, il mese di giugno porta il valore medio della temperatura da inizio anno fra i più elevati (ad oggi il più elevato di sempre), con una siccità mai vista prima: infatti, i primi sei mesi del 2022 sono i più siccitosi della serie storica con uno scarto pari a -43%, manca cioè metà della pioggia che solitamente cade nella prima parte dell’anno.
Per agosto cosa dobbiamo aspettarci?
Per poter rispondere a questa domanda dobbiamo affidarci alle cosiddette proiezioni climatiche sul lungo periodo del centro europeo (ECMWF). Pare proprio che con l’inizio di agosto dovremo fare i conti ancora con il vasto campo di alta pressione di origine africana con il suo carico di masse d’aria di origine subtropicale destinato a imporsi in maniera sempre più significativa sul bacino del Mediterraneo. L’ultima proiezione conferma una tendenza votata al caldo nel periodo tradizionalmente clou delle vacanze italiane: come possiamo vedere dalla mappa sottostante si notano delle aree colorate di rosso, ebbene quella colorazione come riporta la legenda indica temperature ben oltre la media fino a +3°C.
Le temperature per il mese di agosto
Caldo in tutta Europa
Il dato preoccupante è che questa anomalia termica riguarda quasi tutto il Vecchio Continente, dalla Penisola iberica fino alla Gran Bretagna, a conferma dell’eccezionalità di questa estate che rischia di rientrare tra le più calde mai registrate in Europa. In concreto, ciò si traduce in ripetute ondate di caldo in arrivo dal cuore dell’Africa (Deserto del Sahara), con punte massime pronte a schizzare ben oltre i 35°C, soprattutto in Val Padana, sulle zone interne delle due Isole maggiori e su parte del Centro-Sud peninsulare.
Notti tropicali
Caldo e afa di giorno saranno anche i complici di un altro fattore che caratterizzerà il nostro clima probabilmente anche nel prossimo mese: in arrivo le famigerate “notti tropicali”. Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, infatti, quando le temperature notturne o per meglio capirci i valori minimi, rimangono attestati su valori superiori ai 20°C per molti giorni, si parla di notti tropicali. Si tratta di un indicatore utile per monitorare i cambiamenti climatici in atto; infatti, negli ultimi decenni, stiamo assistendo a un numero sempre più crescente di questa tipologia di notti, a sottolineare il processo del riscaldamento climatico che interessa anche il nostro Paese.
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Temporali e grandinate
Queste fasi anomale e roventi vanno trattate alla stessa stregua delle “ondate di maltempo” in quanto possono provocare seri danni: siccità prolungate, problemi alla salute e non ultimo il pericolo, indiretto, di eventi meteo estremi. Infatti secondo un recente studio che ha preso in esame i dati sull’evoluzione climatica nel sud Europa, inglobando quindi anche il bacino del Mediterraneo, è emerso che, dal 1979 ad oggi è aumentata l’energia in gioco (CAPE), e in particolare sulla superficie del Mediterraneo. Le cause di questo aumento vanno ricercate nella sempre più costante presenza dell’anticiclone africano che determina un aumento delle temperature medie e di conseguenza anche una maggior evaporazione dell’acqua del mare, che poi si traduce in carburante per eventi meteo estremi. Il tutto provoca un aumento delle precipitazioni convettive, un aumento del numero di ore con temporali, e un aumento del numero di ore con temporali violenti (grandine grossa). Insomma, ecco servito uno degli effetti del cambiamento climatico in atto. Due lati della stessa medaglia: all’aumentare del caldo, aumenta il rischio di temporali violenti.