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Omicron, una persona su quattro resta contagiosa per più di una settimana

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Non ci sono certezze scientifiche sul fatto che le persone contagiate dal SARS-CoV-2 non siano più contagiose dopo 5 giorni dall’esordio dei sintomi, anzi studi in corso di pubblicazione dimostrano che un paziente con Omicron su 4 resta contagioso almeno 8 giorni.

È quanto riferito online su Nature. Una serie di studi conferma che molte persone affette da COVID-19 rimangono contagiose ben oltre la seconda settimana dall’inizio dei sintomi.

“I dati sulla durata dell’infezione non sono cambiati”, afferma Amy Barczak, specialista in malattie infettive presso il Massachusetts General Hospital di Boston. “Non ci sono dati a sostegno di cinque giorni o di qualcosa di più breve di dieci giorni di isolamento”.

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La ricerca della stessa Barczak, in via di pubblicazione, suggerisce che un quarto delle persone che hanno contratto la variante Omicron del SARS-CoV-2 potrebbe essere ancora infettivo dopo otto giorni.

Non è semplice sapere per quanto tempo una persona affetta da COVID-19 è contagiosa, afferma Benjamin Meyer, virologo dell’Università di Ginevra in Svizzera. Secondo Meyer, le varianti emergenti, le vaccinazioni e i diversi livelli di immunità naturale provocati da un’infezione precedente possono influenzare il tempo per cui una persona resta contagiosa.

Un aspetto su cui concorda la maggior parte degli scienziati, si legge su Nature, è che i tamponi molecolari possono dare un risultato positivo anche quando una persona non è più contagiosa. Questo probabilmente accade quando i test rilevano residui virali non infettivi.

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I test rapidi antigenici su questo fronte sono più attendibili se si vuole essere sicuri di non essere più contagiosi, afferma Emily Bruce, microbiologa e genetista molecolare presso l’Università del Vermont a Burlington.

Secondo Bruce anche se sintomi come febbre e tosse persistono, se il test rapido dà esito negativo si è ragionevolmente certi di non essere più contagiosi. “I sintomi possono essere presenti anche più a lungo “, afferma l’esperta. “E credo che questo sia dovuto al fatto che molti dei sintomi sono causati dal sistema immunitario e non direttamente dal virus stesso”.

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