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Nessuna deroga al tetto dei due mandati. La regola aurea del M5S non viene toccata, come voleva il co-fondatore e garante Beppe Grillo. La decisione è stata già comunicata dal leader del Movimento Giuseppe Conte ai ‘veterani’. Saltano, dunque, nomi storici come Roberto Fico, Paola Taverna, Vito Crimi e Alfonso Bonafede, artefice dell’approdo di Conte nel M5S. Non saranno ricandidati insieme a una cinquantina di altri parlamentari. Il presidente del M5S ha dovuto decidere una volta per tutte e alla fine ha ceduto alle pressioni di Grillo. “Se fate delle deroghe me ne vado”, avrebbe detto il garante a Conte martedì, secondo un’indiscrezione di Adnkronos. Telefonta poi smentita dall’ex premier.
Ma vediamo chi sono i coinvolti dopo la decisione di non ammettere deroga alla regola dei due mandati dei grillini.
Roberto Fico
Terza carica dello Stato da presidente della Camera, dal 2018: nel Conte I, II e con Mario Draghi a Palazzo Chigi. 47 anni, napoletano di Posillipo e tifoso sfegatato della squadra della sua città. Grillino rosso – l’anima più di sinistra dei 5 stelle (ha votato anche Rifondazione) – una lunga militanza a sinistra, ragazzo coi volantini per il “rinascimento” di Antonio Bassolino, e nei movimenti nati in nome dei beni comuni (dall’acqua pubblica alle lotte contro le discariche e gli inceneritori), tra i fondatori dei primi meetup di Beppe Grillo nel 2005.
Roberto Fico (ansa)
Paola Taverna
È al suo secondo mandato in Parlamento: eletta senatrice per il M5S nel 2013, è stata poi rieletta – sempre al Senato – alle elezioni del 2018. È vicepresidente del Senato della Repubblica. Dal 21 ottobre 2021 è vicepresidente del Movimento 5 Stelle (assieme a Mario Turco, Michele Gubitosa, Alessandra Todde e Riccardo Ricciardi). Vicinissima a Giuseppe Conte. Romana (di Torre Maura), prima di arrivare a Palazzo Madama, ha fatto la segretaria in uno studio legale e ha lavorato in un ambulatorio di analisi. Si laurea a 50 anni in Scienze politiche all’università La Sapienza di Roma. È di sicuro una big del Movimento. Nel 2005 è nel Meetup Amici di Beppe Grillo (come Fico), e quattro anni dopo entra a far parte del Movimento. Si fa conoscere per il suo carattere combattivo e per il suo carisma romano.
Paola Taverna
Vito Crimi
Caposcout e capo politico ad interim del M5S dal 22 gennaio 2020 al 6 agosto 2021. Tra i più attivi all’interno del M5S, è uno dei veri rappresentanti del Movimento. Anche lui, come Fico e Taverna, fa parte del M5S dall’epoca dei “Meetup – Amici di Beppe Grillo”. Considerato grillino doc, 47enne palermitano, laureato in matematica, si trasferisce dalla Sicilia alla Lombardia e nel 2010 viene candidato dai 5 Stelle alla presidenza della Regione Lombardia (prende il 3%). Tre anni dopo, nel 2013, la svolta: eletto in Senato alle elezioni politiche, diventa il primo capogruppo M5S a Palazzo Madama. Viene rieletto nel 2018: secondo mandato.
(ansa)
Alfonso Bonafede
Tornerà in tribunale, Alfonso Bonafede – il ‘Mister Wolf’ a 5 Stelle come è stato ribattezzato – dopo l’esperienza di tre anni come ministro della Giustizia durante il Conte I e II. Eletto anche lui nel 2013 alla Camera è da sempre considerato uno degli esponenti di primo piano del M5S. Siciliano, di Mazzara del Vallo, 46 anni, è stato uno dei parlamentari più vicini a Luigi Di Maio. Ha fatto parte del direttorio politico del Movimento nella scorsa legislatura e dal 2018, quando viene rieletto alla Camera, diventa ministro della Giustizia. Ha approvato riforme e provvedimenti (come quello sul contrasto alla corruzione, la cosiddetta legge “Spazzacorrotti” e la riforma della Giustizia, poi modificata dalla ministra Cartabia), ed è stato il primo firmatario della legge sul divorzio breve. Ha ricevuto critiche in questi anni, ed è stato bersaglio di due mozioni di sfiducia poi bocciate.
Gli altri parlamentari 5S esclusi
Fra i parlamentari che hanno già alle spalle due legislature ci sono anche il ministro delle Politiche giovanili Fabiana Dadone, e quello per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, l’ex ministro Danilo Toninelli, che in questi giorni ha difeso la regola del limite ai mandati, Riccardo Fraccaro, il presidente della commissione Affari costituzionali Giuseppe Brescia, Nunzia Catalfo, ex ministro del Lavoro e prima firmataria del disegno di legge sul salario minimo, il tesoriere del M5s Claudio Cominardi, Gianni Pietro Girotto e l’ex ministro della Salute Giulia Grillo.