BELLUNO – Un bambino di due anni è morto dopo qualche ora dal ritorno da un pomeriggio al parco giochi con il papà. “Si è spento lentamente”, raccontano disperati i familiari, increduli di fronte a questo epilogo. Nicolò Feltrin, così si chiamava il bimbo, pare che durante i giochi nello spazio ricreativo avesse raccolto qualcosa da terra e se lo fosse messo in bocca. O almeno questo è ciò che il padre Diego, professione boscaiolo, ha raccontato ai carabinieri che indagano.

E’ successo tutto venerdì, a Codissago, frazione di Longarone (Belluno). La Procura di Belluno ha aperto un’inchiesta, disponendo sia l’esame tossicologico che l’autopsia. Padre e figlio avevano passato una mattinata nel giardino pubblico sotto casa, uno spazio verde accanto alla chiesa parrocchiale alcune giostrine. Il padre ha riferito di averlo visto raccogliere qualcosa a un certo punto e di essersi quindi affrettato a verificare cosa fosse. “Aveva terriccio sulla bocca”, dirà poi il genitore ai medici dell’ospedale di Pieve di Cadore.

Sembrava un particolare banalissimo ma, col senno di poi, potrebbe essere l’innesco della tragedia. Perché nel primo pomeriggio, come ha ricostruito il Corriere delle Alpi di Belluno, Nicolò ha cominciato a stare male, come a spegnersi lentamente. Verso le 14 il padre decide che non è più tempo di aspettare, lo carica in macchina e lo porta al pronto soccorso.

Il bambino è arrivato cosciente ma un paio di ore dopo il suo cuore si è fermato. Sarà l’esame autoptico a dire perché è morto Nicolò Feltrin. Quanto ai sospetti, potrebbe aver raccolto e mangiato un fungo velenoso, o più semplicemente un boccone topicida. Tutti elementi che dovranno chiarire i carabinieri del comando provinciale di Belluno.

Enrico Ferro