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Renzi: “Su Open i giudici stanno facendo un processo politico alla politica”

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“Chi decide che cos’è politica e che cosa non è? Nei Paesi democratici lo decide il Parlamento. Dove lo decidono i magistrati non si definisce correttamente il sistema democratico, se è un giudice a decidere, la libertà democratica è a rischio”. Così il leader di Italia Viva di fronte al pubblico della Leopolda 11 in corso a Firenze. “Io so di non aver commesso nessun reato, se mi chiedete cosa penso, bene io penso che investigatori e inquirenti abbiano violato la Costituzione”.

“I magistrati”, dice Renzi, “pensano che le correnti funzionino come in magistratura, dove poi al Csm assegnano gli incarichi. Se noi facessimo quello che fa il Csm prenderemmo gli avvisi di garanzia per traffico di influenze”.

“Il pm dice alla Leopolda si svolgeva un’attività di un partito o di una corrente di un partito. Incredibile, ho sempre detto che non farò mai una corrente dentro un partito, piuttosto faccio un partito e restituisco la tessera: fatto. E ora mi accusano di voler fare una corrente”.

“E’ evidente”, continua Renzi, “che la questione processuale se la vedranno gli avvocati e l’iter terminerà verosimilmente nel 2027. In questo processo le 92mila carte parlano di reato finanziamento illecito alla politica. Ti sei sgraffignato dei soldi? Poi scopri che quei denari non sono solo tutti tracciati, ma tutti bonificati. Il tema del contendere non è il finanziamento illecito. Il tema è il finanziamento illecito alla politica. Questi denari tracciati sono andati a una fondazione. Ma secondo il pm faceva finta di essere una fondazione ma era un partito. Un superprocesso che manco la retate mafiose”.

“In questo scenario noi rivendichiamo il diritto della politica di organizzarsi come meglio crede. Nessuna fondazione aveva le regole di trasparenza in entrata e in uscita che aveva la fondazione Open. E’ un processo kafkiano, dovremmo discutere cosa è politica e cosa no”, dice Renzi.

 “Siccome in questo Paese negli ultimi anni c’è stata anche la pandemia con 150mila morti e con una serie di appalti sotto inchiesta per più di un miliardo di euro, vorrei che ci fosse anche un articolo, ogni cento su Open, su perché non vogliono fare una commissione di inchiesta sugli appalti Covid”. Un suggerimento agli inquirenti: “Invece di sequestrare i telefonini a persone che sono completamente fuori dall’idagine perché non mandano la Finanza nei capannoni dell’Osmannoro a vedere dove si ricicla davvero il denaro sporco?”. E invece, insiste, “in questo processo è impressionante il fatto che le 92 pagine che sono arrivate sono il frutto di un lavoro che ha portato centinaia di uomini delle forze dell’ordine e tante persone sottratte al loro lavoro sui grandi temi della criminalità e portate sul reato di finanziamento illecito alla politica”.

Poi l’attacco diretto a Pierluigi Bersani, ex leader di Pd poi di Leu: “Bersani ha ricevuto dai Riva 98 mila euro per la sua campagna elettorale. Lui parla di etica e dice di non avere mai preso neppure un caffè. Nemmeno io ma non è questo il punto. Ma quanto costano i caffè a Taranto…?”. Bersani non replica: “Non intendo parlare di Renzi, ho già dato. Il livello del dibattito sta diventando squallido”, si limita a commentare.

Il sequestro dei cellulari dei finanziatori di Open proprio non gli va giù: “Erano in 300, il doppio di quelli che cercavano Matteo Messina Denaro”, dice Renzi. “Entrano nelle case per la perquisizione alle 6 del mattino, anche di chi non era indagato. Io non ho più privacy da indagare, il mio conto corrente è come un dentifricio che è uscito e che non rimetto più nel tubetto. Le mie email persino di quando ero premier e prima ancora sindaco sono pubbliche anche se non hanno rilievo penale, hanno accluso agli atti alcune email tra me e il mio amico Marco Carrai in cui parlavamo del nostro amico Tiberio che stava male: che rilevo penale ha questo scambio di mail? E’ una vergogna e uno scandalo che si siano presi messaggi personali solo per violare la privacy. Hanno intimorito delle persone, nei loro telefoni ci potevano essere cose che non volevano mostrare. Hanno perso telefoni per unidi mesi e pc che non hanno restituito. Non per vedere i bonifici ma per fare ‘la pesca a strascico’. Hanno violato i diritti di quelle persone. E ora qualcuno ha paura di venire alla Leopolda o di salutarmi”. E di un telefonino in particolare gli preme di parlare, quello di Marco Carrai: “Ha il cane più antipatico di Firenze e io non gli sto simpatico, forse è dei Cinque stelle… I messaggi che gli mando quando arrivo a casa sua tipo ‘aprimi il cancello’ pare abbiano rilevanza penale. Su Carrai e i suoi ricorsi alla Cassazione per il sequestro Renzi si dilunga molto.

Accusa anche gli ex collaboratori di Conte e di Salvini. “Noi non abbiamo costruito una macchina del fango, ma abbiamo subito la macchina del fango. Ero oggetto di fake news tutti i giorni. Noi eravamo vittime della Bestia di Morisi e di Casalino, vittime di disinformazione sociale. Open era una fondazione, non un partito politico e la Leopolda era luogo per proposte e non c’è niente di male a ritrovarsi. Chiederò di parlare a tutte le udienze”.

“Se mi sento perseguitato? Casualmente quel pubblico ministero ha arrestato mia madre, mio padre e indagato mio cognato e mia sorella, e mi ha indagato per una mia conferenza ad Abu Dabi. Mi stanno facendo un processo mediatico dove si parla solo di Open e io denuncerò in tutte le sedi le storture e non ho paura della verità, andrò al Csm e farò interrogazioni parlamentari non mi fermerò e neppure in sede civile dove chiederò i danni: male non fare, paura non avere. Perché io credo nella magistratura di questo paese e chiederò giustizia”. 

Prima di affrontare il capitolo giudiziario Renzi aveva ricordato la vicenda del Ddl Zan: “La vicenda è una delle più gravi. Perché si è usato un argomento impattante e significativo per la vita di tante uomini e donne, di persone omosessuali, transessuali, facendo loro credere che si fosse a un passo da un traguardo storico e poi fregandoli all’ultimo minuto, pensando di poter ottenere un consenso. Chi per sventolare una bandierina ha deluso migliaia di persone si deve semplicemente vergognare, è accaduto per la responsabilità della destra e della sinistra del bla bla bla, a cominciare dalla sinistra del Pd e del M5s”.

Quanto alle future alleanze ancora una volta tende la mano a Calenda: “Non riesco a capire come alle
prossime elezioni politiche potremo andare divisi, mi sembra impossibile”, dice Renzi salutando il deputato di Azione Enrico Costa, che è salito sul palco della Leopolda con un intervento sulla giustizia.

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