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ROMA – Lunedì scorso sono partiti i lavori per restituire ad Amatrice la sua Torre civica, il simbolo della città. Lesionata con il devastante terremoto del 24 agosto 2016, che ne fece precipitare la campana, è stata ulteriormente danneggiata – il crollo dell’intera cella campanaria – dalle successive scosse durate quasi un anno.
Sei anni dopo il commissario alla Ricostruzione, Giovanni Legnini, è in grado di affrontare la questione Torre, che fino a due giorni fa appariva ingabbiata in puntelli di sostegno, unico elemento rimasto in piedi di un centro storico azzerato dal lungo sisma e dalle successive demolizioni. Adesso serve intervenire sul consolidamento, il miglioramento sismico e il restauro della struttura. Per realizzare tutto questo ci vorranno otto mesi.
La Torre civica di Amatrice ingabbiata per resistere alle successive scosse e, intorno, il centro storico dopo le demolizioni
La Torre civica è all’incrocio tra le due direttrici principali della città: via Roma e Corso Umberto, da sempre, quindi, elemento cardine del sistema urbano e storico di Amatrice. Alta 25 metri, è stata costruita nel XIII secolo interamente in pietra arenaria. Il progetto di consolidamento e restauro, elaborato dallo studio Sm Ingegneria del professor Claudio Modena, è finalizzato al miglioramento della risposta sismica delle strutture e alla ricostituzione delle parti andate distrutte provando a rispettare la storia della Torre e i suoi significati. “Nella primavera 2023 torneranno a suonare le campane della Torre civica”, assicura il commissario.
Fine cantiere mai
di
Carlo Bonini (coordinamento editoriale e testo)
,
Benedetta Perilli
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Corrado Zunino. Coordinamento multimediale di Simona Bolognesi. Riprese di Marzio Mozzetti. Produzione Gedi Visual
La prima attività, avviata in queste ore, è quella di smontare la gabbia che ha protetto l’edificio in questi anni permettendogli di restare in piedi, quindi si avvierà un nuovo ponteggio che consentirà il completamento delle indagini conoscitive, saranno tolti i presidi di sicurezza interni e si lavorerà sul miglioramento sismico. Ancora, partirà la ricostruzione della cella campanaria e il restauro delle superfici murarie e dell’orologio. L’intervento è attuato, e interamente finanziato, dal ministero della Cultura con un importo di 500 mila euro.
Tra i 293 edifici storici colpiti dal sisma, seguendo la prima mappatura del ministero, solo ad Amatrice ve ne erano quattordici, di cui otto chiese. Sono crollate, tra le altre, parti importanti delle due basiliche di San Francesco e Sant’Agostino, il Museo civico, l’Archivio e la Biblioteca comunali.