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Ghiacciaio dello Stelvio in agonia, Gustav Thoeni: “Ho imparato a sciare lassù, che tristezza vederlo sparire davanti ai miei occhi”

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TRAFOI – “Paura e rabbia, prima ancora tristezza. Il mondo che ho conosciuto da bambino scompare sotto i miei occhi, ma chi ha il dovere e il potere di salvare la terra non fa niente di concreto. E’ ora che certi impegni e il loro rispetto diventino il presupposto delle nostre scelte politiche”. Gustav Thoeni, 71 anni, è stato il più vincente e completo campione della Valanga Azzurra e ha creato il fenomeno Alberto Tomba. Sullo Stelvio, casa sua, ha imparato a sciare. Il padre Georg, maestro di sci negli anni Trenta, con gli amici ha aperto il primo skilift sul ghiacciaio. “Ora è smantellato – dice Gustav ai piedi del Madaccio – perché il ghiaccio si è sciolto. Rinascessi, la mia vita sarebbe diversa e probabilmente non potrei più vivere di sci”.

Cosa le insegna l’estate dei ghiacciai che crollano e vengono chiusi?

“Che lo scioglimento ha accelerato molto quarant’anni fa, ma ha oggi una velocità inimmaginabile. Le lingue gelate che la scorsa estate scendevano verso il passo, sono rigagnoli già oltre quota 3 mila”.

Cosa significa per lo Stelvio?

“Qui si scia solo in estate. Una volta gli spazzaneve aprivano un varco il 20 giugno: quest’anno la strada era sgombra in marzo. Se il trend non s’inverte subito, le piste da sci lasceranno definitivamente il posto alle discese in mountain-bike”.

Con i ghiacciai alpini chiusi d’estate cambia anche lo sci agonistico?

“Sotto i capannoni refrigerati possono allenarsi solo gli slalomisti. Gli altri, se in prima squadra, trovano neve fredda in Sud America. Quest’anno però, causa crisi energetica, costa un capitale. Giovani e bambini devono sperare nell’autunno: mesi cruciali di preparazione non recuperabili, più difficile diventare campioni”.

Che ruolo hanno giocato ghiacciai e neve nella sua vita?

“Hanno deciso tutto. Qui a Trafoi d’inverno o si slittava, o si sciava. Il mio passo spinta nasce perché dovevo risalire i prati a forza di gambe e braccia. In estate vivevo sul ghiacciaio con mio padre, rincorrendo i 200 maestri di sci. Così per me ogni giorno dell’anno ha un suo bianco speciale”.

Cosa le fa più paura in questi giorni?

“La carenza d’acqua. Nevica sempre meno, i ghiacciai si sciolgono e l’alta quota si inaridisce. I paesi più in alto, rifugi e malghe, restano a secco. O il clima torna subito quello che è stato, o assisteremo all’abbandono definitivo della montagna”.

Perché ripete che la neve è la cosa che le piace di più?

Non risponde. Thoeni prende una vecchia fotografia con il ghiacciaio dello Stelvio bianco che scende fino al passo, nella luce del sole d’agosto. Si limita a mostrarla e tace.

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