[ Leggi dalla fonte originale]
Come diceva una réclame di antica data, “Basta la parola”. In realtà ne bastano due: “Agenda Draghi”. Una sorta di formula magica che in questa campagna elettorale di mezza estate sembra quasi la “coperta di Linus” per molti degli schieramenti che il 25 settembre si presenteranno agli elettori con liste, simboli, nomi. E programmi. Lui Draghi, dopo il Consiglio dei ministri di ieri, con l’approvazione del Dl Aiuti, l’ha definita semplicemente un” agenda fatta di “credibilità” e “risposte pronte ai problemi che si presentano, come alla pandemia o nel centrare gli obiettivi del Pnrr.”
Ma è un marchio di garanzia per il Pd, un mantra per Azione di Calenda. Un asso da giocare per Di Maio. Un canovaccio da seguire, seppur reinterpretandola o manomettendo alcuni punti, persino dai partiti del centrodestra.
Ma cosa è veramente l’Agenda Draghi?
Draghi, il monito ai partiti: “Nuvole in vista, siate credibili”
di
Serenella Mattera
Energia, concorrenza, appalti, rinnovamento dell’amministrazione, giustizia. E naturalmente il Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza con i suoi 55 obiettivi da raggiungere alla fine del 2022 per poter accedere ai 19 miliardi di Euro.
Concorrenza e codice degli appalti
Rimasta in stand -by, dopo la crisi di Governo – la riforma del codice degli appalti e della concorrenza andava approvata prima della pausa estiva. E riguarda l’apertura al mercato dei servizi pubblici locali che vanno dalle concessioni balneari ai taxi. E che nelle settimane scorse avevano già provocato contestazioni e sciopero da parte delle categorie.
Riforma della giustizia
Nell’agenda Draghi la riforma della giustizia tributaria, del fisco e della riscossione, ha come obiettivo il superamento dell’Irap, la razionalizzazione dell’Iva, la riduzione delle aliquote Irpef per i redditi meno alti. Riforma del processo penale, la cosiddetta riforma Cartabia seguendo l’indirizzo europeo. Da un lato punta sull’effettiva certezza della pena, come nel meccanismo per garantire che vengano scontate le pene fino a quattro anni, i cosiddetti “liberi sospesi”, a cui il giudice potrà applicare subito pene sostitutive. Dall’altro rilancia istituti già presenti nel nostro ordinamento come la “messa alla prova”, che esiste dal 2014, e consente all’imputato di evitare il processo in cambio di lavori di pubblica utilità.
Via libera all’unanimità del Consiglio dei ministri al decreto Cartabia sul processo penale
di
Liana Milella
Costo dell’Energia
Parola d’ordine: contenere l’aumento del costo dell’energia, sostenendo i redditi più bassi. Per fare questo è necessario ridurre le imposte sul lavoro, cercare il rinnovo dei contratti collettivi; puntare alla direttiva Ue sul salario minimo. Spingere sulle rinnovabili: ultimare il rigassificatore di Piombino entro primavera è stato uno dei punti ribaditi da Draghi poco prima di dare le dimissioni. Con l’obiettivo, in seguito, di costruire entro il 2030 altri impianti per le rinnovabili. Chissà se si faranno mai. Non è un caso infatti che proprio sui rigassificatori, ci sono state subito scintille nella famiglia allargata voluta dal Pd di Enrico Letta. E così Sinistra Italiana e i Verdi di Bonelli, contrari, ancora non hanno sciolto se vogliono oppure entrare nella coalizione di centrosinistra.
Reddito di cittadinanza
Fortemente voluto dal M5s, nell’agenda Draghi la mission è modificarlo per contrastare gli effetti negativi sul mercato del lavoro. Ma c’è anche la volontà di intervenire sulle pensioni, favorendo flessibilità in uscita e un impianto sostenibile ancorato al contributivo.
Superbonus
Il superbonus va “rimaneggiato”. Draghi più volte ha fatto notare i problemi nati dalle norme sulla cessione del credito.
Politica estera
Naturalmente, c” è la conferma dell’Italia in aiuto degli ucraini. Draghi ha rivendicato il posizionamento dell’Italia in Europa e nella Nato, ribadendo l’impegno per la pace ma anche la volontà di sostenere “in ogni modo” Kiev.