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Lo show non ha fatto il sold out, ma dal palcoscenico di Lampedusa Matteo Salvini non solo rilancia sul Viminale, ma provoca gli alleati. “La mia ambizione – dice – è che, nel Centrodestra che vincerà, la Lega abbia un voto in più degli altri e quindi, al massimo, coordinerò il tavolo dei ministri”. Ma, sottolinea, “anche qualora facessi il premier un occhio particolare ai temi della sicurezza, che non hanno un colore politico, ce lo avrò sempre”.
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di
Alessia Candito
Il programma è pronto: patente rinviata a data da destinarsi per chi fa parte di una baby gang “perché se a 15 anni commetti reati non puoi avere la patente”, un commissario straordinario per i migranti “sul modello Figliuolo in Italia o Bertolaso in Lombardia, che sia un militare, un carabiniere, un marinaio, ma che ci sia una catena di comando chiara”, ripristino dei decreti sicurezza, lotta alle mafie. Nelle liste, assicura il leader della Lega, “ci saranno persone specchiate”. Poco potrebbe pesare l’eventuale coinvolgimento da indagato o imputato in procedimenti penali: “In Italia fortunatamente si è innocenti fino a prova contraria. Io sono imputato e non rinuncerò certo a candidarmi”. Eventuali punti di contatto con ‘ndrangheta e mafia sono “caccia ai fantasmi”.
Agli alleati concede qualche apertura. “Cingolani”, che Repubblica racconta nella lista di ministri che Giorgia Meloni avrebbe in testa anche su consiglio di Mario Draghi, “ha tutta la mia stima”, mentre non rinuncia all’ennesima stoccata alla ministra Lamorgese e a Draghi, che ieri l’ha difesa, affermando che l’Italia “ha lavorato bene sul tema immigrazione”. Ma per Salvini “di quella frase mi piace molto l’ammissione ‘potevamo fare di più’. Sono perfettamente d’accordo, la metto anche in musica”.
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All’esterno, manda messaggi rassicuranti. Agli Esteri, afferma, “mi piacerebbe un ambasciatore o un ex” che ha avuto contatti con tutti, l’Italia “sarà sempre schivata con i Paesi liberi” e con la Russia “i rapporti li hanno avuti Letta, Prodi, Renzi, chiunque sia stato al Governo. La Russia ha invaso un altro Paese e ha dichiarato una guerra, ma l’Italia storicamente ha provato a mediare, con Aldo Moro, con Bettino Craxi – dice – non è in discussione l’Alleanza atlantica. La Libia è in totale instabilità, abbiamo sostituito il gas russo con quello algerino, che non è tranquillizzante, quindi cercheremo di avere buoni rapporti con tutti e di risolvere i problemi”.