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Rossomando: “Sulla giustizia il Pd è pronto a battersi ancora per tempi certi e diritti”

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“Sulla giustizia, come sul fine vita e sull’ergastolo ostativo, c’è stato e ci sarà l’impegno del Pd per garantire i diritti dei cittadini”. Dopo il via libera del consiglio dei ministri, la responsabile Giustizia dei Dem Anna Rossomando attacca la destra: “Gravi responsabilità se non si completeranno le riforme”.

C’è troppo poco carcere nella riforma penale della Guardasigilli Marta Cartabia? M5S promette critiche a settembre nelle commissioni di Camera e Senato.

“Noi siamo molto soddisfatti dei tre pilastri della riforma, tempi ragionevoli del processo, incremento dei riti alternativi e pene anch’esse alternative al carcere possibili già con il processo. E condividiamo appieno la novità della giustizia riparativa. Tutti obiettivi fondamentali per il Pnrr, per i diritti delle persone, e condizioni indispensabili per accelerare il processo”. 

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di
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04 Agosto 2022

Quindi a lei piacciono lo spirito e il contenuto della riforma?

“Noi lo avremmo accentuato ancora di più su pene alternative e giustizia riparativa, ma comunque siamo soddisfatti per questo risultato”.  

Ma cosa succede a settembre se M5S, nelle commissioni, vuole imporre delle modifiche?

“Intanto chiariamo subito che quei pareri non sono vincolanti per il governo. Ma qui la questione è politica. Prima dell’irresponsabile crisi che porta la firma di tutti quelli che non hanno votato la fiducia al governo Draghi, possiamo vantarci di aver spostato l’asse politico dei 5stelle anche sulla giustizia, tant’è vero che hanno votato tutte e tre le riforme, mentre altri cercavano di affossarle. Noi continueremo a batterci perché la riforma penale, così com’è oggi, sia approvata entro il 19 ottobre, per rispettare gli step del Pnrr”. 

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di
Liana Milella

04 Agosto 2022

Ai 5S non vanno giù proprio gli aspetti che lei invece considera innovativi. Parliamo delle regole sulla “messa alla prova”, troppo ampia per loro fino a 6 anni, sulla giustizia riparativa, sulle pene sostitutive al carcere.

“Intanto la messa alla prova è un istituto che già esiste, e funziona bene. Le pene alternative non vanno lette come l’assenza di sanzione, ma addirittura ne anticipano l’esecuzione, considerando il carcere come l’extrema ratio. E poi agli M5S ricordo che tutte queste innovazioni deflative sono la premessa per non far prescrivere i processi”.

Lei è una avvocata, e quindi di certo condivide la stretta nella fase delle indagini preliminari in cui il pubblico ministero sarà obiettivamente meno libero di oggi nel gestire l’inizio del processo. Penso, ad esempio, ai tempi stretti per le notizie di reato.

“Un pm meno libero? Qui il problema non è la libertà, ma la discrezionalità sui tempi delle indagini. Già nella riforma Orlando sul processo penale avevo presentato un emendamento per garantire all’indagato di non restare a tempo indeterminato nel limbo dell’indagine preliminare. Le norme di Cartabia adesso confermano questa linea”.

Dica la verità, tutta questa stretta, come sostiene più di un giurista, serve a far da contraltare alla ben nota regola dell’improcedibilità, cioè la morte del processo dopo il primo grado se i tempi prestabiliti scadono?

“Abbiamo sempre detto che l’obiettivo è garantire tempi certi e ragionevoli, proprio come ci chiede l’Europa. Va da sé che la prescrizione non può essere lo strumento per ridurre i tempi”.

La Lega, con Giulia Bongiorno, si definisce “costruttiva”. Si stanno preparando, se la destra dovesse vincere le elezioni, a mandare all’aria le riforme Cartabia?

“Il rinvio sine die sull’ergastolo ostativo, sul suicidio assistito, sui decreti attuativi del Csm dipingono un quadro fosco proprio per la responsabilità della destra. Ma io sono certa che anche per questo non avranno il consenso degli italiani. Noi del Pd, su queste tre riforme, sentiamo l’obbligo morale di andare avanti”.

Significa che a settembre farete una battaglia per votare il nuovo ergastolo ed evitare che sia la Consulta a decidere da sola a novembre?

“Noi siamo, ma eravamo, già pronti. E se non fosse caduto il governo saremmo andati avanti”.

Sull’ergastolo c’è ancora un margine?

“Sì, certo, è uno dei punti dell’ordine del giorno per settembre. Se c’è la volontà politica si può andare avanti. Ma, sia chiaro, che il Pd era pronto a farlo anche adesso”.

Il caso di Elena, di Cappato, e il fine vita: siamo ostaggio delle destre che hanno fatto di tutto per ostacolare la legge? 

“Anche qui eravamo all’ultimo miglio, e se non fosse stato per l’ostruzionismo della destra, avremmo già approvata questa legge dopo l’importante lavoro fatto alla Camera. Questo è un tema che incide sulla pelle viva delle persone e la politica è tenuta a dare delle risposte. Noi siamo vicini a tutti quelli che soffrono, che sono senza colore politico, e che attendono una parola definitiva dal Parlamento”.

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