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Michele Guerra, ex assessore alla Cultura nella seconda giunta Pizzarotti, è stato appena eletto sindaco di Parma. Il suo predecessore ha lasciato il centrosinistra: si candiderà nel terzo polo ancora in costruzione.
La scelta di Pizzarotti vi ha sorpreso?
“Sì, nel senso che sapevamo che lavorava ad una sua collocazione nel centrosinistra ed era chiaro che volesse stare lì. Evidentemente i contatti con il Pd non sono andati come si aspettava, quindi ha dialogato con Renzi ed è entrato nell’ambito del terzo polo. Le scelte sono ovviamente sue, io forse avrei aspettato per provare a costruire un accordo soddisfacente nel centrosinistra.”
Lei ha provato a far cambiare idea a Pizzarotti?
“Lo conosco e so che medita le sue scelte e a quel punto diventa difficile fargli cambiare idea. Mi auguro possa entrare in Parlamento perché è persona capace e attaccata a questo territorio e ho in squadra con me alcuni suoi storici compagni di strada”.
Ma?
“Per quanto mi riguarda sosterrò il centrosinistra e lo voterò. La nostra collocazione è quella: restiamo dentro il modello di un campo largo, a Parma come in regione Emilia-Romagna. Con noi si andava dalla sinistra a Renzi, con Bonaccini c’è anche Azione. Continuiamo a sostenere quel modello, con il quale a Parma abbiamo vinto dopo 24 anni e credo rimanga la strada da seguire. Qui, per dire, i 5 Stelle non ci sono mai stati nel campo largo.”
Ma la lista di Pizzarotti a Parma lo seguirà?
“Credo che le due esperienze siano differenti e si terranno separati gli ambiti. Un conto è il movimento civico di Effetto Parma e un conto è il percorso personale e nazionale di Pizzarotti. Effetto Parma si è riconosciuto nel campo del centrosinistra, nel campo largo, da Iv a Si, continuiamo a lavorare in questo solco”.
Vedendo come sono andate le cose, Enrico Letta ha sbagliato delle mosse?
“Letta ha fatto bene a tentare di federare l’area, c’è differenza tra alleanza politica ed elettorale. Nel centrodestra ci sono riusciti, il centrosinistra avrebbe potuto fare lo stesso, Letta in questo ha mostrato generosità e senso di responsabilità”.
Ma allora, essendo un’alleanza elettorale, non andava fatto lo sforzo anche con il M5S?
“Questa destra è più pericolosa del solito e può prendere decisioni delicatissime per il Paese, varrebbe la pena allearsi per far fronte. Tutto è successo, va detto, molto rapidamente. Il momento storico avrebbe potuto spingerci a trovare una compattezza maggiore, ci sono cause più alte ed urgenti di personalismi e perfino di una certa diffidenza. Ciò detto, il coinvolgimento del M5S era complicato a seguito della spallata a Draghi, ma i numeri e questa legge elettorale sono implacabili.”
Calenda l’ha stupita?
“Mi ha stupito e deluso, l’ho sempre ritenuto una persona non facile, ma competente e responsabile. Qui la responsabiltà è venuta meno. Stringi un accordo col Pd e poi al momento della costruzione dici non gioco più, con un atteggiamento autocentrato e certamente ondivago. Penso rischi di perdere anche una parte del suo elettorato. Una figura come Bonino ha avuto atteggiamento diverso, non a caso, mossa proprio dal senso di responsabilità”.
Diversi sindaci di centrosinistra, tra cui lei, hanno firmato un appello, siete pronti a guidare il cambiamento in tema ambientale, scrivete. Che apporto volete dare sulle proposte?
“Insieme agli altri sindaci delle 9 città italiane che l’Ue ha scelto come Carbon neutral al 2030, abbiamo scritto una lettera che ribadisce e il nostro impegno sulle politiche ambientali e chiede al governo nazionale e comunitario di impegnarsi seriamente con azioni concrete. Le città sono in prima linea e devono essere ascoltate e sostenute. Speriamo, prima del voto, di poter organizzare un momento di incontro tra le 9 città italiane su questi temi.”