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Sgarbi in Svizzera, si sfiora l’incidente diplomatico. Il ministro lo gela: “Qui i deputati non hanno l’auto blu”

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“Questa è la Svizzera e il Canton Ticino signor Sgarbi, dove i deputati non hanno auto blu e men che meno dotate di lampeggianti prioritari”. Da Bellinzona, capitale del Canton Ticino, arriva una replica piccata a Vittorio Sgarbi, autore di una sfuriata su Facebook per essere stato fermato, sabato scorso nel pomeriggio, al valico autostradale di Chiasso-Brogeda, dalla polizia stradale ticinese e dalle guardie di confine svizzere, perché sorpreso a viaggiare su un’auto blu, con tanto di lampeggianti in funzione, sorpassando la colonna di veicoli dei vacanzieri, diretti verso il confine italo-svizzero.

A rispondere al deputato e critico d’arte, che a causa di quell’episodio ha dichiarato che mai più avrebbe messo piede in Svizzera, è stato, sempre via social, Norman Gobbi, responsabile leghista del Dipartimento delle Istituzioni, il ministero di Giustizia e Polizia del Canton Ticino. Non siamo all’incidente diplomatico ma poco ci manca. Anche perché pare che l’agente della Polizia di Stato che guidava l’auto con a bordo Sgarbi, reduce dal Locarno Film Festival, abbia insultato i poliziotti che l’hanno fermato.

“Diciamo che verso i miei uomini entrambi non si sono comportati molto bene”, dice a Repubblica Norman Gobbi. Il deputato e critico d’arte, lo ricordiamo, non si è lamentato solo per la multa di 500 franchi inflitta al suo autista-poliziotto, ma pure per essere stato trattenuto in automobile, senza possibilità di scendere, durante gli accertamenti svolti dagli agenti e le guardie di confine. “Poliziotti, arroganti prepotenti e bugiardi”, si era infuriato Sgarbi. Comportatisi, vale la pena sottolinearlo, come si comportano tutte le polizie d’Europa, italiana compresa, quando fermano un’auto. “Le regole sono regole”, ha tenuto a precisare il ministro Gobbi.

Non è questa la prima volta che Sgarbi inveisce contro la Svizzera e le sue regole. Nel settembre 2016, su un volo Swiss, venne fatto uscire di forza dal bagno di prima classe, che non poteva utilizzare perché passeggero di un’altra classe. “Come i nazisti che arrivano a prendere gli ebrei, bussano forte alla porta chiedendo cose che non capisco”, denunciò sopra le righe. D’altro canto, in Svizzera, i politici, anche i ministri, non godono di trattamenti privilegiati. Viaggiano sovente sui treni dei pendolari e usano l’auto blu e l’aereo di Stato solo per ragioni di servizio, sapendo che, altrimenti, provocherebbero una sollevazione dell’opinione pubblica.

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