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“Il congresso? Non so chi ne parli in questo momento. Adesso è evidente che si deve fare la campagna elettorale, poi si valuterà sulla base dei risultati se è il caso di fare un congresso subito o meno”. Virginio Merola è appena rientrato dalle vacanze in Cadore. L’ex sindaco, che vorrebbe correre per un posto in Parlamento nell’ambita roccaforte di Bologna, getta acqua sul fuoco di un Pd già impegnato a discutere il suo posizionamento: “La lotta tra miglioristi e massimalisti è roba da ‘900. Il Pd è il moderno Ulivo, in cui convivono idee diverse. Non si faccia tirare a destra o sinistra”.
Sorpreso per l’addio di Calenda?“Sì, non mi aspettavo che non rispettasse la parola. Ma del resto è tutto preso dal suo io, io, io… Nonostante sappia bene che così regala collegi alla destra”.
Non bisognava aprire al M5S a questo punto?“Il M5S è in continuo mutamento. Abbiamo cercato di accompagnarlo ma c’è un limite: sono stati irresponsabili. Hanno creato una situazione in cui le destre si sono infilate portandoci al voto. Come ho detto: non si può legare sempre la sabbia. A questo punto chiarezza. Si corre con le proprie proposte e la scelta è tra la sinistra e la Meloni”.
I vostri unici alleati sono Si, Verdi e Più Europa, però. Stefano Bonaccini chiede di non rifare i Ds lasciando al centro il riformismo.“Io non vedo questo rischio. Nel Pd già convivono diverse idee. Abbiamo messo insieme socialdemocrazia, democratici e liberaldemocratici. L’Ulivo era una grande idea, e l’Ulivo oggi è il Pd”.
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di
Silvia Bignami
Il sindaco Lepore parla di un partito “laburista”. Le piace l’idea?“Noi siamo anche un partito laburista. Un partito moderno della sinistra però si occupa di lavoro ma anche di diritti civili e sociali. È capace di non appiattirsi su una sola vocazione. Nel Pd americano o nel Labour inglese convivono tante idee diverse. Io credo che il Pd sia la sinistra moderna più adeguata al futuro, mentre a destra vedo la riproposizione di un futuro al passato: nazionalismo, subalternità ai forti, vecchie ricette”.
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di
Silvia Bignami
Questa destra è fascista per lei?“Chi ha il simbolo dell’Msi nel logo dimostra che non ha fatto i conti col passato. Il pericolo da agitare però per me è quello di una destra autoritaria alla Orban che ci fa retrocedere sui diritti, che vuole aumentare diseguaglianze – perché la flat tax fa parti uguali tra diseguali – e che vuole il presidenzialismo. Battiamoci per essere il primo partito, e con gli alleati raggiungere il 30%. Smettiamo di guardare i sondaggi e convinciamo gli astenuti”.
Con quali temi?“Completare gli impegni con l’Ue sul Pnrr. Poi le nostre priorità devono essere scuola pubblica – ottima su questo la proposta di Letta di stipendi europei per gli insegnanti – , la sanità pubblica e la riduzione delle tasse al lavoro dipendente. Ci sono 18 milioni di persone che hanno bisogno di sostegno del reddito”.
Lei vorrebbe correre a Bologna, meta dei “paracadutati”. Tra loro c’è Gianni Cuperlo, che potrebbe far saltare la sua candidatura. L’ha sentito? E resta in pista Casini.” Con Cuperlo ci siamo sentiti. Per me l’importante è che ci sia gente che rappresenta molte persone e che sia riconosciuta. In questo senso io sono a disposizione e non è un mistero. Bologna per me ha bisogno di esprimere candidati del territorio che siano persone di rilievo”.
