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La penna, secondo il detto, pesa meno della zappa. E i pensieri saranno eterei come l’aria, ma non è vero che non costino fatica. Il lavoro intellettuale stanca il cervello come zappare stanca la schiena, e un gruppo di neurologi francesi dell’Institut du Cerveau di Parigi ha potuto osservare in uno studio gli effetti di una dura giornata di ragionamenti. Prima ha costretto un gruppo di volontari a risolvere dei complicati quiz di enigmistica dalla mattina alla sera, poi ne ha esaminato la testa alla risonanza magnetica. I loro risultati sono pubblicati su Current Biology.
Le sostanze di scarto che si accumulano
“In un’area del cervello responsabile del controllo cognitivo, la corteccia prefrontale, si accumulano sostanze di scarto che sono il frutto del lavoro intellettuale” spiega Francesca Branzoli, ricercatrice italiana in forza all’Istituto del Cervello di Parigi. La sostanza osservata è il glutammato, che normalmente svolge il ruolo di neurotrasmettitore, ma che dopo uno sforzo prolungato si accumula fra i neuroni, ostacolando il loro funzionamento. “Sospettiamo che ci siano altre sostanze, ad esempio il lattato, lo stesso che indolenzisce i muscoli – spiega Branzoli – ma osservarle con gli strumenti che abbiamo non è semplice”.
Il rischio di prendere decisioni impulsive
Quando il cervello è stanco non si limita a essere più lento, commettendo più errori. “La corteccia prefrontale laterale, in cui vediamo l’accumulo di tossine, regola le nostre decisioni” prosegue Branzoli. “Quando il cervello è stanco, le nostre scelte diventano più impulsive, meno ragionate. Mangiamo un cibo che al mattino ci eravamo ripromessi di non toccare o facciamo acquisti inappropriati, solo per fare due possibili esempi. In questa condizione, sarebbe meglio non prendere decisioni importanti o giocare in borsa”.
L’importanza dell’allenamento
Oltre a chi svolge un lavoro intellettuale, la stanchezza del cervello colpisce anche gli sportivi che si dedicano alle discipline di resistenza, dove l’impegno mentale gioca un ruolo importante. “E proprio come un muscolo, anche il cervello può essere allenato per resistere più a lungo senza esaurire le sue performance” aggiunge Branzoli. Uno scacchista ad esempio può giocare 4-5 ore ad alta intensità prima di iniziare a commettere errori da stanchezza.
Il meritato riposo del cervello
Quando poi anche gli atleti della mente raggiungono il traguardo e si può finalmente deporre penna, libro o tastiera, al cervello va dato il meritato riposo. “La strada principale per eliminare il glutammato in eccesso è sicuramente il sonno” spiega la neuroscienziata. “Ma ci sono diverse attività riposanti per il cervello. Divagare ad esempio è la sua specialità, ma anche meditare lasciando scorrere via ogni pensiero è un metodo per rilassare la mente”.