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BOLOGNA – “Pensare che una eventuale riforma produca le dimissioni anticipate dell’attuale Presidente della Repubblica è fuori dal mondo. Mi auguro che il centrodestra smentisca immediatamente, perché questo introduce un elemento assai grave nella campagna”. E’ incredulo il senatore Pier Ferdinando Casini rispetto alla parole di Silvio Berlusconi sul Quirinale (se passa il presidenzialismo Mattarelladeve dimettersi).
Casini mesi fa arrivò molto vicino ad essere eletto Capo dello Stato, e che per primo fece un passo indietro quando iniziò a concretizzarsi l’idea di chiedere un secondo mandato a Sergio Mattarella, viste le difficoltà dei partiti nel trovare una quadra sulle diverse posizioni. Proprio questo è il punto, secondo Casini: una politica già frammentata e disgregata, che non deve toccare l’unica istituzione che si è mossa fino ad ora come un faro nella tempesta per la politica italiana.
“Io sono convinto – spiega Casini – che se proprio si deve fare in Italia una riforma che introduca una forma presidenzialismo, allora il tema non è introdurla per il Presidente della Repubblica, che ha un ruolo super partes. Semmai si può pensare a un premierato come quello tedesco”. Il sistema presidenziale, cavallo di battaglia del centrodestra, “non è invece a mio parere un vestito utile per l’Italia, dove se c’è un ruolo interpretato in modo ineccepibile è proprio quello del Capo dello Stato. Il presidenzialismo in Italia finirebbe con l’introdurre un ulteriore elemento di lacerazione. Già la politica è lacerata”.
Cautela quindi, prima di toccare la Costituzione: “Prima di farlo bisogna pensarci dieci volte, visti i precedenti che riguardano sia la sinistra che la destra. Non è azzardato infatti dire tutti i tentativi di riforma hanno finito per peggiorare e creare problemi. Penso ad esempio alla riforma del Titolo quinto. I costituenti in realtà – prosegue il senatore ed ex presidente della Camera – hanno svolto un ruolo egregio e io ritengo che la figura del Presidente della Repubblica sia esattamente commisurata su una fattispecie equilibrata e giusta. Personalmente sono contrario a qualsiasi modifica, anche a quelle che erano state vagheggiate nei mesi scorsi, come ad esempio l’idea di proibire un rinnovo del mandato. E’ inutile introdurre elementi di rigidità che impedirebbero di trovare una soluzione quando poi si manifesta una situazione di emergenza. Se avessimo avuto una norma che proibisce il secondo mandato come avremmo fatto solo pochi mesi fa? Io sono in linea di principio convinto che il mandato del presidente della Repubblica sia indisponibile, cioè che chi è eletto presidente deve restare per sette anni, a meno che non intervengano questioni di salute, come nel caso di Segni o di Napolitano, che lo rendano impossibile”.