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E se nel Risiko per individuare il prossimo inquilino del Quirinale il disegno di Matteo Renzi fosse quello di candidare il commissario europeo Paolo Gentiloni al Colle? Un umore che del resto circola da qualche settimana nel piccolo mondo politico romano. E che la cena tra Renzi e Gentiloni, dopo anni di gelo, rivelata ieri da Repubblica, indirettamente avvalora. Il movimento c’è. Renzi non ha pubblicamente annunciato la sua mossa (avrebbe potuto usare il palcoscenico della Leopolda), ma è noto che Gentiloni al Colle è una ipotesi che l’Europa vedrebbe di buon occhio, anche perché consentirebbe la permanenza di Mario Draghi a palazzo Chigi, e scongiurerebbe le elezioni anticipate, tranquillizzando la pancia del Parlamento.
Renzi-Gentiloni, la pace di Bruxelles. Cena segreta dopo anni di gelo
dal nostro corrispondente
Claudio Tito
21 Novembre 2021
Perché Renzi dovrebbe provarci? Qual è il disegno? Per vanità, anzitutto. Nel 2018 si disse contrario all’alleanza Pd-M5S, e nacque il governo gialloverde. L’anno dopo propiziò il Conte bis. E c’è il suo disimpegno, nel gennaio scorso, alla base dell’arrivo di Mario Draghi. Ora, in pesante difficoltà nei sondaggi, e con qualche grattacapo giudiziario, punta a ricostruire il centro, nell’ottica dei due forni: mantenendo rapporti con l’ala moderata del centrodestra, vedi l’alleanza in Sicilia con Micciché, e con la sinistra, come rivela il rapporto riannodato con Gentiloni a Bruxelles. E se si vuole stare al centro bisogna puntare a scompaginare i due poli, mettendo in contrapposizione Letta con Conte, Berlusconi con Salvini. Tutta l’azione di Renzi appare volta a inserirsi tra le linee, cercando di scompaginare l’asse tra il Pd e l’M5S. “Renzi vuole fare lo sparigliatore”, dice un ex ministro. “In un momento in cui Draghi è alle prese con le prime difficoltà, la quarta ondata è in pieno corso e i progetti del Recovery non decollano ancora come si sperava, l’ex premier prova a giocare d’anticipo, perché il centro si va affollando di personaggi in cerca d’autore”.
Pd, Matteo Ricci: “Renzi? Che tristezza, si è messo fuori dalla coalizione progressista. Come leader dei centristi è più bravo Calenda”
di
Giovanna Casadio
21 Novembre 2021
C’è Carlo Calenda, l’eterno rivale, che ha dichiarato “del grande centro di Renzi nun me ne po’ fregà de meno…”. Calenda è stato il primo a lanciare Gentiloni al Quirinale, mesi fa. Ieri il senatore di Azione, Matteo Richetti, ha avvalorato l’ipotesi: “La nostra soluzione sarebbe immaginare un Draghi oltre il 2023 con un presidente della Repubblica come Paolo Gentiloni, figura di altissimo profilo e credibilità”, ha detto intervistato da Formiche.net. E sempre al centro ci sono le ambizioni al Sud di Clemente Mastella, che il 4 dicembre farà una convention al Teatro Brancaccio a Roma, per lanciare il suo progetto politico.
Insomma, la mossa Gentiloni è un modo per uscire dall’imbuto nel quale si è cacciato. Ma Renzi, fa osservare un altro protagonista del Palazzo, “sottovaluta il movimentismo di Berlusconi. L’ultima uscita sul reddito di cittadinanza è la conferma che fa sul serio, e che giocherà la sua partita fino in fondo. Il Cavaliere è in piena campagna, manda lettere ai suoi parlamentari, vorrà mettersi di traverso in ogni modo. Sarà un osso duro per tutti”.
Benché vista di buon occhio dall’Europa, e dal Ppe, l’operazione Gentiloni è tutta fuorché agevole, perché significherebbe eleggere al Colle un altro candidato di centrosinistra, dopo Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella. “Difficile che tocchi a un pd”, ammette un esponente democratico. “La verità è che Renzi è in difficoltà, fa ammuina, ben sapendo che sarà dura entrare nel prossimo Parlamento. E così vede Gentiloni, si dipinge come perseguitato della magistratura, fa l’alfiere del centro, e in Sicilia va con Forza Italia”.